28.3.10

Centrali del Baldo bocciati i progetti


ALTO GARDA - Respinti i due progetti di centrale idroelettrica sotto il monte Baldo. La giunta provinciale ha bocciato ieri le due proposte con le quali si chiedeva di costruire due grandi impianti sotterranei tra Tempesta, sul lago di Garda (a sud di Torbole) e la cima Altissimo di Nago, sul monte Baldo. Le due ipotesi erano state avanzate dalle cordate Eisakwerk (Hellmuth Frasnelli) e Progetto Altissimo (Eva energie Valsabbia, Ft Energia e Sws Engineering). Le domande non sono state accolte per «prevalenti interessi generali a carattere ambientale, socio-economico e paesaggistico». Tecnicamente le delibere riguardavano l'ammissibilità alla fase istruttoria delle due richieste di «derivazione per pompaggio d'acqua» dal lago di Garda fino a quota 1600 circa, sotto l'Altissimo, dove sarebbe stata accumulata in 16 chilometri di gallerie a spirale poste in orizzontale, un centinaio di metri sotto il suolo; l'acqua poi sarebbe stata fatta scendere in condotta forzata sull'ipotizzata centrale a Tempesta. Il sistema, in ogni modo, avrebbe impiegato più energia elettrica, per pompare l'acqua in salita, di quanta non ne avrebbe prodotta, poi, nel rilascio a Tempesta. C'era però una grossa ragione economica alla base della richiesta dei due gruppi imprenditoriali, incentrata sul valore altalenante dell'energia che consente di creare consistenti utili alle società che gestiscono impianti: infatti di notte, quando l'elettricità costa meno, chi gestisce una centrale di questo tipo compera energia a basso costo per pompare l'acqua nei serbatoi in alto; di giorno, poi, quando il prezzo dell'energia è al massimo, l'acqua viente fatta cadere in basso sulle turbine, per produrre energia da vendere. «Molto bene - è felice Giovanni Mazzocchi , uno dei responsabili del comitato Sos Altissimo - è un delibera "politica" molto importante. Siamo contentissimi: il nostro lavoro assieme a quello fondamentale delle istituzioni ha prodotto il risultato che tutti ci aspettavamento e che la gente trentina si attendeva. Per una volta i poteri forti non hanno prevalso». Anche il sindaco di Nago Torbole, Luca Civettini , è soddisfatto: «Davvero una bella notizia - dice - prendiamo atto che anche a livello provinciale hanno recepito quanto pensavano i cittadini. Su questa faccenda si sono mossi tutti. Come consiglio comunale c'era contrarietà unanime. Erano progetti insidiosi perché partiti in sordina. C'era un grande timore di trovarci di fronte ai giochi fatti. L'abbiamo scampata bella perché c'erano grosse cordate dietro». «La questione - ha commentato il presidente della Provincia, Lorenzo Dellai - era molto sentita perché erroneamente in questi mesi si è accreditata l'idea che la Provincia avesse già deciso per il sì anche se mi sono sgolato per dire che non erano vero. Il fatto è che tutti possono proporre progetti ma poi è la Provincia a valutare. E noi questo abbiamo fatto, in maniera seria e approfondita, concludendo che si trattava di proposte che per gli interessi generali, per quelli ambientali ed economici andava rigettata. Era nella logica delle cose». La giunta ha tenuto conto delle espressioni dei consigli comunali altogardesani e ha rispettato l'ordine del giorno del consiglio provinciale che non voleva fossero costruiti serbatoi artificiali con mere funzioni di sfruttamento energetico. «L'entità dei progetti proposti e gli impatti ambientali - si legge nella delibera - sono tali che le loro realizzazioni non appaiono il linea con le scelte della Provincia in tema di sostenibilità del proprio sviluppo e in merito alle esigenze di tutela dei Sic (siti naturalistici di valenza europea) e delle zone a protezione speciale». I due impianti proposti non sarebbero poi «compatibili con i vincoli urbanistici» e non consentirebbero di preservare «l'ecosistema delle acque del lago e l'importante ruolo di naturalità e integrità nonché di immagine, associato al territorio del Garda». st.is.

Le due cordate: Eisackwerk e Progetto Altissimo

EISACKWERK
Il progetto proposto dalla società Eisackwerk srl di Bolzano prevedeva il prelievo d’acqua per una portata di 46 metri cubi al secondo, la costruzione di un serbatoio di 1 milione di metri cubi con una potenza di turbinamento fino a 940 MW. Eisackwerk fa capo a Helmuth Frasnelli, imprenditore altoatesino; soci minori sono Renate Vieider e Karl Pichler (Flumen srl).

PROGETTO ALTISSIMO SRL
Secondo l’idea della società Progetto Altissimo srl si ipotizzava, invece, un prelievo dal Garda di 74 metri cubi al secondo, la costruzione di un serbatoio di 1,6 milione di metri cubi con una potenza di turbinamento fino a 1440 MW.
La società Progetto Altissimo srl raccoglie l’imprenditoria trentina e sudtirolese, anche se a tirare le fila è il bresciano Pietro Bonomini che controlla Progetto Altissimo attraverso E.Va energie Valsabbia in cui compaiono anche l’ex presidente dell’Enel, Chicco Testa, e Franco Bernabè , amministratore delegato di Telecom e presidente del Mart. Un terzo della società Altissimo è della cordata trentino-sudtirolese con la Sws engineering di Paolo Mazzalai e la Ft
energia spa (Lunelli, Metalsistem, Edilbeton Trento, Petrolvilla e Bortolotti spa e le due holding Finanziaria trentina ed Euregio finance, il salotto «buono» dei finanzieri).

Fonte: l'Adige del 27 marzo 2010

18.3.10

Sabato 20 marzo: manifestazione in difesa dell'acqua


Informiamo che si stanno raccogliendo le adesioni per partire dal Trentino in pullman. Per informazioni.

tel. 3289173733 - yabastatrento@gmail.com


Il 20 marzo 2010 è stata convocata a Roma da parte del “Forum Italiano dei movimenti per l'acqua” una manifestazione “Per la ripubblicizzazione dell’acqua, per la tutela di beni comuni, della biodiversità e del clima, per la democrazia partecipativa”.
Il percorso verso la manifestazione è un occasione importante per riaffermare, anche nei nostri territori, la difesa dell'acqua come bene comune. www.acquabenecomune.org


Di seguito l'appello per uno spezzone dal titolo:
"Acqua, terra e beni comuni. Ribellarsi è giusto"

Sabato 20 marzo parteciperemo alla manifestazione nazionale per la ripubblicizzazione dell’acqua. Lo faremo con l’obiettivo di bloccare la privatizzazione della gestione del servizio idrico messa in campo con l'approvazione del decreto Ronchi da parte del Governo Berlusconi e per cacciare dai nostri territori le Multinazionali.

Veolia, Hera, Eniacqua, Acea, Acqua Latina, sono l’esempio di come la gestione privata o la finta gestione pubblica attraverso SPA rappresentino la mercificazione di una risorsa fondamentale come l’acqua, per renderla inaccessibile, costosa e insalubre.

* * * *

IL 20 marzo è inoltre un appuntamento importante per ribadire la centralità della difesa di tutti i beni comuni in quest’epoca di crisi.

Le grandi Multinazionali, infatti, ancor di più tentano di arricchirsi attraverso lo sfruttamento delle risorse naturali - acqua, aria e territorio - oppure attraverso la realizzazione di grandi opere utili per fare profitti ma dannose per le comunità e i territori.

La speculazione immobiliare e la cementificazione, il Business degli inceneritori, la Tav, la costruzione della nuova base Usa al Dal Molin, sono alcuni esempi di come grandi interessi privati puntino a fare rendita a discapito delle nostre città, dei nostri territori, delle nostre vite.

Nel farlo hanno trovato l’appoggio dei governi nazionali di centrodestra e di centrosinistra, che con commissariamenti, deroghe, decreti sui grandi eventi, abuso nell’impiego della protezione civile hanno predisposto un vero “stato di eccezione” che ha spianato la strada a questo scempio.

* * * *

Ma hanno trovato anche l’opposizione determinata delle comunità locali, che hanno realizzato lotte determinate, sperimentato nuovi legami solidali e nuove forme di partecipazione politica.

Dentro le diverse battaglie per i beni comuni è contenuta un’ altra idea di società, di economia.

Una idea che valorizza il “comune”, inteso come ciò che sfugge sia alla speculazione privata che alla burocrazia della proprietà statale, perché contempla i beni a disposizione della cooperazione collettiva, che non hanno prezzo, che producono ricchezza per tutti.

Una idea che crede nella democrazia, ma non come liturgia del momento elettorale, ma come autogoverno delle comunità, discussione e confronto continui alla luce dell’interesse generale.

Una idea locale e globale, come abbiamo dimostrato partecipando alle mobilitazioni di Copenaghen, che parla del superamento della precarietà climatica.

Una idea che giustifica la nostra ribellione.

Per questo saremo in piazza con un grosso striscione con scritto “ Acqua terra e beni comuni. Ribellarsi è giusto”.

www.globalproject.info/it/in_movimento/Acqua-terra-e-beni-comuni-Ribellarsi-e-giusto/4290

10.3.10

Verso la manifestazione del 20 marzo: resoconto del convegno del comitato Acqua Bene Comune


“Carissimi, pace e bene!

Grazie per l’invito di venire a Trento, ma sono troppo preso su Napoli. Sono stato oggi con il professor Lucarelli, che vi porterà i miei più vivi saluti: è un uomo di grande valore e vi aiuterà a capire meglio il problema acqua in vista del referendum.

Sono così contento che dall’incontro dello scorso dicembre sia nato un bel movimento in città. Grazie per il vostro impegno. Ricordatevi che sull’acqua ci giochiamo tutto! Questa volta non possiamo perdere. Quindi organizzatevi non solo su Trento, ma con un coordinamento trentino per vincere sull’acqua pubblica. Un referendum (per la prima volta nella storia!) gestito dalla società civile, dalla cittadinanza attiva! Se vinciamo sarà una vittoria politica formidabile: in pieno neoliberismo e trionfo del mercato, il popolo italiano si schiera per l’acqua pubblica!

L’acqua è vita. Diamoci da fare perché vinca la vita!”

Con le sentite parole di Padre Alex Zanotelli si è aperto il primo incontro organizzato dal Comitato trentino Acqua Bene Comune, sabato scorso a Trento.

Ospiti dell’incontro – dal significativo titolo “Acqua in borsa: risorse idriche in mano al mercato. La situazione in Trentino” – il professor Alberto Lucarelli, ordinario di diritto all’Università di Napoli, e Severo Lutrario del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.

Nonostante la bella giornata, oltre un centinaio di cittadini trentini hanno rinunciato a sci e passeggiate, per partecipare ad un impegnativo pomeriggio incentrato sulla situazione dei rubinetti d’Italia dopo lo sdoganamento del Decreto Ronchi il novembre scorso, e la conseguente apertura obbligata al mercato delle gestioni pubbliche; quali possano essere i passi della società civile e delle istituzioni per impedire un processo che oltre ad essere rifiutato eticamente, è – lo dimostrano i dati degli ultimi dieci anni – deleterio a livello di efficienza ed economicità; quale siano gli orizzonti possibili anche nella nostra Provincia.

Alberto Lucarelli ha illustrato attraverso una compita dissertazione giuridica, quali siano gli spazi di manovra che permette l’articolo 23 bis, anche in vista del prossimo referendum sull’acqua pubblica (la cui raccolta firme è prevista a livello nazionale, a partire da aprile), ed ha sottolineato come anche la Corte dei Conti abbia recentemente ribadito il fallimento delle privatizzazioni idriche in Italia. Ma soprattutto, Lucarelli ha disegnato un panorama importante, da svilupparsi proprio in Trentino: “Questa battaglia è un lotta per la democrazia, ed una grande dimostrazione di civiltà – ha detto – e la vostra Provincia proprio in virtù dell’autonomia che gode, potrà delinearsi come un laboratorio a cui tutto il Paese potrà guardare. Ma si deve mettere in gioco. L’acqua è un elemento di un circuito più ampio di depauperamento della democrazia, a cui stiamo assistendo da troppo tempo. Ora è il momento di dire basta”.

Severo Lutrario ha portato la sua testimonianza di sette anni di lotta, nel frosinate, contro le ingerenze della municipalizzata locale, Acea - società mista simile alla nostra Dolomiti Energia, ora Dolomiti Reti – ora privatizzata al 70% in virtù dell’applicazione del Decreto 135/09. Esperienza apprezzata dai comitati locali, intervenuti all’incontro, in particolare quelli dell’Alto Garda, fra i primi in Trentino ad organizzarsi in difesa dell’acqua bene comune.

Il Comitato trentino con una serie di slides, ha illustrato le varie gestioni idriche sul territorio, le differenze tariffarie, le prospettive future, avanzando 3 concrete proposte:
  • Una campagna informativa per chiedere la estrapolazione dei comuni trentini gestiti in modo privatistico o semiprivatistico, da Dolomiti Energia.
  • La creazione di un coordinamento degli Enti Locali trentini in difesa dell’acqua bene comune.
  • Appoggio a quei comuni che gestiscono in maniera diretta le risorse idriche.
  • Dichiarazione della Provincia di Trento e dei Comuni trentini che i servizi idrici sono privi di interesse economico ed esclusi da profitti di mercato
  • Potenziamento ed estensione delle gestioni dirette comunali anche in forma di Azienda consortile
  • Rinuncia rapida ai servizi idrici gestiti da SpA miste o pubbliche
  • Appoggio ai Comuni che resistono alle spinte per la privatizzazione
  • Revisione urgente delle regole sugli usi (concessioni sovradimensionate, no a nuovi impieghi idroelettrici, deflusso minimo effettivo nei corsi d’acqua, quantità e canoni per le acque minerali)
  • Quota base gratuita di consumo e mobilitazione popolare sui diritti per l’acqua
In sostanza, si chiede di uscire dalla dicotomia pubblico privato, per andare verso una gestione sociale e partecipata dell’acqua e dei beni comuni.

L’incontro di sabato è stato una dimostrazione della sete – davvero – di informazioni che ha la gente comune, e della voglia di mettersi in gioco anche in prima persona per aiutare, ostacolare, o spingere le proprie istituzioni, verso la difesa dell’acqua di tutti, senza se e senza ma.

L’augurio di Zanotelli, uno dei simboli forti del movimento per l’acqua pubblica italiano, è legato a doppia corda all’esortazione alla determinazione e la tenacia.

Sabato scorso è stato il primo passo, occasione anche per ribadire la partecipazione alla manifestazione nazionale in difesa dell’acqua del prossimo 20 marzo a Roma.

- Informazioni per partecipare alla manifestazione dal Trentino : tel. 3289173733 - yabastatrento@gmail.com

Foto del convegno [ 1 ] [ 2 ] [ 3 ] [ 4 ]

Guarda on line gli interventi del convegno: http://www.livestream.com/nonsoloacqua

9.3.10

«In Trentino l’acqua è già stata privatizzata»


Lucarelli: «Ma la Provincia poteva opporsi»

Di Francesca Caprini

Questo pomeriggio alle 15, nella Sala di rappresentanza del Palazzo della Regione in oiazza Dante a Trento, si terrà la conferenza «Acqua in Borsa: Servizi idrici in mano al mercato. La situazione in Trentino». «Un convegno, un incontro fra cittadini consapevoli, un dibattito», si rileva nel comunicato del Comitato trentino Acqua bene Comune, che ne è l'organizzatore. Sicuramente una buona occasione per fare il punto sugli scenari possibili in tema di acqua nella nostra provincia, con la privatizzazione che incombe in ogni angolo del Belpaese.
I relatori sono d'eccezione: Severo Lutrario, del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, ed Alberto Lucarelli, ordinario di diritto presso l'Università Federico II di Napoli. Già componente della «Commissione Rodotà», dell'Osservatorio sul diritto per l'acqua, della struttura di coordinamento delle Regioni commissariate per i rifiuti, Lucarelli è soprattutto uno dei massimi esperti di beni comuni e democrazia partecipata che abbiamo in Italia. E proprio per questo, è stato scelto per il non facile compito di redigere i quesiti del referendum sull'acqua pubblica, la cui campagna nazionale partirà ai primi di aprile. L'approvazione a novembre del decreto Ronchi, il Dl 135/09 che obbliga la cessione entro il 2011 ai privati delle gestioni delle risorse idriche sul territorio nazionale relegando lo Stato al 30%, ha spinto centinaia di Comuni (anche trentini) e Province ad inserire nel proprio statuto la dicitura «acqua a non rilevanza economica». Sei Regioni hanno impugnato l'articolo 15 del decreto davanti alla Corte Costituzionale.
Il 10 dicembre scorso, durante la conferenza «La Rivoluzione dell'Acqua» con il sindacalista boliviano Oscar Olivera e padre Alex Zanotelli, il pubblico si chiedeva che sarebbe successo in Trentino dopo l'approvazione del Decreto Ronchi: «La legge nazionale arriverà a privatizzare anche la nostra acqua?», si domandava la gente. «L'acqua, in Trentino è già privatizzata - precisano quelli del Comitato Acqua Bene Comune -. Dolomiti Reti è al 60% pubblica, ma per il 40% privata, con società come la bresciana A2A che sono in Borsa. La nostra acqua è destinata a subire le fluttuazioni del mercato. Di fatto, è già una merce».
Un panorama preoccupante, a giudizio di Lucarelli: «Le Province di Trento e Bolzano avrebbero la possibilità di bloccare l'iniziativa nazionale grazie alla potestà legislativa che gli fornisce lo Statuto di autonomia speciale - ci spiega -. La Puglia ha approvato una legge regionale che disattende il "Ronchi" e dichiara il servizio idrico integrato privo di rilevanza economica. La Provincia potrebbe sollevare un conflitto di attribuzioni, attaccando gli atti amministrativi ai sensi dell'articolo 134 della Costituzione, oppure avrebbe potuto impugnare l'articolo 15. Ma ad oggi i termini sono scaduti».
Che non sia stato impugnato l'articolo 15 ha un significato?
«Potrebbe significare che non c'è volontà politica».
Ammettiamo che sia così: che scenario si prospetterebbe in Trentino riguardo alle gestioni idriche? «L'applicazione del decreto Ronchi e la conseguente dismissione del capitale pubblico al 30%. Oppure una scelta completamente privatistica, cioè che il pubblico si ritiri del tutto. O, terza ipotesi, l'affidamento del servizio ad una società a capitale interamente pubblico il servizio, però con requisiti che andrebbe vagliati dell'antitrust».
Lo scenario nazionale, con gli enti locali che vanno da una parte, il governo centrale dall'altra, parla di una spaccatura?
«Al contrario: stiamo assistendo alla ricompattazione di una dimensione sociale a livello nazionale. Attorno all'acqua si sta creando una grande battaglia di partecipazione democratica». Per il prossimo referendum per l'acqua pubblica - la cui raccolta firme partirà ad aprile - c'è aspettativa, ma anche dubbi. «Al di là degli effetti pratici, è una battaglia di civiltà. Mentre in passato c'è stato un uso distorto del referendum, i tre quesiti che andremo a proporre per chiedere che l'acqua torni ad essere pubblica e sotto un controllo sociale, sono chiari e non strumentalizzabili».
Questo pomeriggio verranno raccolte anche le adesioni alla manifestazione nazionale per l'acqua, in programma il prossimo 20 marzo a Roma.

Centrale sul torrente Bedù: "Un danno per l'ambiente"

Fonte: l'Adige del 9 marzo 2010

Non si farà la centralina sul torrente Bedù di Villa, in Val di San Valentino, come chiesto dalla società «Idro Rendena»


VILLA RENDENA - Non si farà la centralina sul torrente Bedù di Villa, in Val di San Valentino, come chiesto dalla società «Idro Rendena». La domanda per ottenere la concessione di derivazione d'acqua a scopo idroelettrico, depositata il 16 ottobre 2008 presso il Servizio utilizzazione delle acque pubbliche, non potrà essere accolta, alla luce della delibera adottata venerdì scorso dalla giunta provinciale, su proposta dell'assessore all'ambiente Alberto Pacher . Al termine di una lunga istruttoria, acquisiti tutti i pareri prescritti, la giunta ha infatti deliberato che pur «non sussistendo prevalenti interessi pubblici ad un diverso uso dell'acqua rispetto a quello idroelettrico», «sussiste un prevalente interesse ambientale incompatibile con la derivazione dal rio Bedù di San Valentino presentata dalla società Idro Rendena srl». Alla netta bocciatura sul fronte ambientale e paesaggistico del progetto, si aggiungono altri rilievi, tra cui «la necessità di prevedere una riserva d'acqua pari ad un massimo di 54 l/s ad uso irriguo come chiesto da Consorzio di miglioramento fondiario di Javré e Villa Rendena» e, non da ultimo, le contrarierà manifestate in merito allo sfruttamento privato ad uso idroelettrico del rio Bedù di San Valentino dagli enti territoriali interessati e dall'Associazione Pescatori Alto Sarca. Il primo a dire di no era stato il Comune di Villa Rendena, che con nota del 30 marzo 2009 aveva comunicato al Servizio utilizzazione delle acque pubbliche la netta contrarietà delle amministrazioni locali interessate, facendosi portavoce anche dei Comuni di Vigo Rendena e Darè, nonché delle amministrazioni separate Usi civici di Javré e Villa Rendena. Contrarietà confermata anche in una nota successiva, datata 25 novembre 2009, sempre del Comune di Villa Rendena, anche a nome dei Comuni di Vigo Rendena e Darè e delle Asuc di Javrè e Villa Rendena nonché dell'Associazione Pescatori Alto Sarca. La questione era stata affrontata anche in consiglio provinciale, sulla base di un'interrogazione presentata dal Verde, Roberto Bombarda , che chiedeva la sospensione dell'iter autorizzativo dell'opera «per evidenti danni ambientali». Bombarda aveva anche sostenuto, in quell'occasione, che «occorrerebbe fermare ogni ulteriore ipotesi di sfruttamento delle acque a scopo idroelettrico che non sia promosso dall'ente pubblico». La Idro Rendena srl è una società con sede a Trento, nata da un gruppo di aziende e imprenditori trentini con l'obiettivo di realizzare la centralina idroelettrica sul rio Bedù, attraverso «un impianto modesto nelle dimensioni e di bassissimo impatto sotto il profilo idrologico e ambientale». Diverso il parere del Servizio urbanistica e tutela del paesaggio che scrive: «L'area interessata possiede requisiti di integrità, diversità e qualità visive di grande rilievo e rara bellezza; inoltre la capacità dei luoghi di assorbire opere di infrastrutturazione senza subire alterazioni significative della qualità complessiva è nulla. La sottrazione di acqua dai corpi idrici, la realizzazione di opere di presa, lo scavo e la posa di condotte e la realizzazione della centrale nel fondovalle sono alterazioni di grande impatto ambientale e paesaggistico che contrastano con l'interesse turistico dell'area». Il corso d'acqua, fluente dal Parco Adamello Brenta, è per ora al riparo dallo sfruttamento idroelettrico, almeno da parte di privati.

6.3.10

Sabato 6 marzo: Acqua in borsa! La situazione in Trentino

Sabato 6 marzo 2010 ore 15.00

Sala di rappresentanza del consiglio regionale, piazza Dante - Trento

Acqua in borsa!
Servizi idrici in mano al mercato.
La situazione in Trentino.

Ne parliamo con il Comitato Trentino Acqua Bene Comune

Interverranno:

- Alberto Lucarelli, Ordinario di Diritto Pubblico presso l' Università di Napoli Federico II

- Severo Lutrario, Forum italiano dei movimenti per l'acqua

Coordina e introduce Francesca Caprini, Comitato Trentino Acqua Bene Comune

Nel seconda parte del convegno sono invitati ad intervenire Sindaci, amministratori, rappresentanti di associazioni ed enti locali che negli anni si sono impegnati nella salvaguardia dell'acqua come bene comune e della sua gestione pubblica.

Il Parlamento ha appena approvato norme per la privatizzazione definitiva dei servizi idrici in Italia. Ci aspettano tariffe più alte, meno investimenti, più licenziamenti, ma alti profitti per i gestori. Il Trentino, a suo modo e in silenzio, partecipa a questo processo.



Verso la manifestazione del 20 marzo 2010 - convocata a Roma da parte del “Forum Italiano dei movimenti per l'acqua” - “Per la ripubblicizzazione dell’acqua, per la tutela di beni comuni, della biodiversità e del clima, per la democrazia partecipativa”.
info: 3289173733 - yabastatrento@gmail.com

4.3.10

Comunicato stampa del convegno "Acqua in borsa"

Il 6 marzo a Trento c’è “Acqua in borsa! Servizi idrici in mano al mercato. La situazione in Trentino”: un convegno, un incontro fra cittadini consapevoli, un dibattito, le proposte.

Saranno ospiti Alberto Lucarelli, ordinario di diritto pubblico presso l’Università di Napoli Federico II, e Severo Lutrario, del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.

Si parlerà della situazione delle gestioni idriche a livello nazionale e si cercherà di fare chiarezza su quella in Trentino. Si parlerà inoltre delle iniziative in Italia e in Trentino contro la privatizzazione della gestione dell’acqua e anche della manifestazione nazionale per l’acqua pubblica in programma il 20 marzo a Roma.

Alle ore 15.00 presso la Sala di Rappresentanza del Consiglio regionale, in Piazza Dante a Trento. Organizza il Comitato Acqua bene Comune di Trento.

Il 18 novembre 2009 il Governo privatizza, attraverso l’approvazione del decreto Ronchi, la gestione dell’acqua in Italia. I territori, gli enti locali, le associazioni, i movimenti, la gente comune, esprimono il proprio netto rifiuto alla mercificazione dell’acqua e all’umiliazione del volere popolare.

Un rifiuto che diventa azione anche attraverso gli enti locali: cinque regioni impugnano il decreto Ronchi di fronte alla corte costituzionale in nome della violazione delle proprie prerogative costituzionali esclusive e contro la svendita del patrimonio pubblico. A migliaia i comuni e le province italiani che inseriscono nel proprio statuto la dicitura “acqua a non rilevanza economica”.

Esperienze che dimostrano come l’affermazione del diritto all’acqua, quale diritto fondamentale della persona, possa e debba partire da iniziative locali, fortemente partecipate, che vedano attori e promotori i Comuni, anche in relazione al ruolo loro affidato dalla Costituzione, e la cittadinanza, in virtù del controllo sociale che ha diritto e dovere di svolgere.

Anche in Trentino i segni di una forte indignazione appaiono chiari. Il 10 dicembre durante la conferenza “La Rivoluzione dell’Acqua” – ospiti fra gli altri il sindacalista boliviano Oscar Olivera e Padre Alex Zanotelli – una parte dei cittadini presenti in sala al teatro San Marco, decide di incontrarsi di nuovo e di iniziare un percorso autonomo di incontri ed autoinformazione sulla questione acqua nella Provincia Autonoma di Trento.

Un percorso arricchente - umanamente e politicamente - che settimana dopo settimana ha permesso a molti cittadini di trovarsi, di scambiare informazioni ed opinioni, di mettere a fuoco esigenze e perplessità. Così è nato il Comitato Acqua Bene Comune del Trentino, una piattaforma orizzontale che riunisce cittadini, associazioni e sindacati trentini, in difesa dell’acqua pubblica.

Sabato prossimo alle ore 15.00 presso la Sala di Rappresentanza del Consiglio Regionale, in Piazza Dante a Trento, il Comitato Acqua Bene Comune del Trentino propone una conferenza per parlare di acqua bene comune, come patrimonio degli uomini e dell’ambiente, come risorsa da gestire attraverso il controllo sociale. Ma soprattutto, per avanzare concrete proposte per evitare che anche il Trentino – dove la privatizzazione dell’acqua è di fatto già in atto – si operi il saccheggio indiscriminato dei beni comuni, nel silenzio generale.

Con la partecipazione di Alberto Lucarelli, ordinario di Diritto presso l’Università Federico II di Napoli, già membro della “Commissione Rodotà” istituita presso il Ministero di Giustizia per la riforma degli articoli del codice civile relativi alla proprietà pubblica e componente dell’Osservatorio sul diritto per l’acqua, istituto presso il Ministero dell’Ambiente, e uno dei massimi esperti italiani in tema di beni comuni e democrazia partecipativa e che per il Forum dell’Acqua si è occupato della stesura dei quesiti referendari abrogativi degli articoli che impongono la privatizzazione dei servizi idrici, e che verranno proposti a livello nazionale, dal prossimo aprile, e Severo Lutrario per il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, che parlerà dell’esperienza della privatizzazione di Acea, azienda municipalizzata per i servizi idrici di Roma. Nonché la partecipazione di sindaci, associazioni ed enti locali trentini.

Comitato Acqua Bene Comune Trentino

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ROMA 20 MARZO 2010

MANIFESTAZIONE NAZIONALE IN DIFESA DELL'ACQUA

Partenza da Trento e Rovereto in pullman

Per prenotazioni

tel. 3289173733 - yabastatrento@gmail.com

tel. 3487467493 - yakufran@gmail.com

Il 20 marzo 2010 è stata convocata a Roma da parte del “Forum Italiano dei movimenti per l'acqua” una manifestazione “Per la ripubblicizzazione dell’acqua, per la tutela di beni comuni, della biodiversità e del clima, per la democrazia partecipativa”.

Il percorso verso la manifestazione è un occasione importante per riaffermare, anche nei nostri territori, la difesa dell'acqua come bene comune.