22.12.09

Assemblea autoconvocata in difesa dell'acqua

Il 22 dicembre alle 20.30 davanti al teatro San Marco: la cittadinanza trentina presente alla conferenza di giovedì scorso “La rivoluzione dell’Acqua”, ha scelto questa data per autoconvocarsi ad un’assemblea in difesa dell’acqua pubblica.

E’ uno dei risultati più belli ed eclatanti della tre giorni sull’acqua, indetta dalle associazioni trentine Yaku, Ya Basta e Filorosso, che per sensibilizzare e stimolare una discussione sulle tematiche dell’acqua – la cui gestione è stata recentemente privatizzata dal governo italiano – hanno organizzato concerti, mostre fotografiche, spettacoli teatrali dal 9 all’11 dicembre scorsi in vari luoghi della città. Dallo spettacolo h2oro che ha coinvolto anche le scuole, al documentario Terre d’acqua sull’Uruguay, alla mostra fotografica di Lorenzo Scaldaferro, l’acqua a Trento ha preso la parola.
Bilancio molto positivo: sia il Teatro San Marco che il Centro Formazione alla Solidarietà, che la Facoltà di Sociologia, dove erano dislocati gli appuntamenti, hanno registrato ottime affluenze e forte interessamento da parte dei partecipanti.

In particolare, è stata davvero felice la commistione fra i protagonisti della guerra dell’acqua di Cochabamba – il sindacalista boliviano Oscar Olivera e la docente ed attivista messicana Raquel Gutierrez – ed il folto pubblico giunto anche da fuori regione, per la serata organizzata da Yaku “La Rivoluzione dell’Acqua”, il 10 dicembre.
Con Alex Zanotelli, che in un accorato discorso più volte chiedeva se fosse follia quella che stiamo vivendo – l’acqua nelle mani di pochi – con Michele Nardelli, del Forum trentino per la Pace, che ha letto la proposta di mozione provinciale contro la privatizzazione dell’acqua, e con il filosofo e politologo irlandese John Holloway, che ha commosso la platea parlando della oscurità che il mondo vive, braccato dalle tenaglie del sistema capitalista, i relatori sono riusciti ad uscire dagli schemi di una conferenza, ed intavolare un dialogo con le centinaia di persone presenti.

Che era proprio quello che si voleva accadesse: dell’esperienza della Guerra dell’Acqua di Cochabamba, di cui ricorrono adesso i dieci anni, durante la serata si è più volte sottolineato come il conflitto di strada che ha visto popolazione affrontare a mani nude un esercito armato al grido de “l’acqua è nostra”, fosse stato solo uno degli aspetti che hanno fatto della lotta boliviana un evento storico spartiacque. E’ il laboratorio politico che attorno all’acqua ha saputo crescere e sviluppare nuovi modi di gestione partecipata dei beni comuni, che si è eviscerato: “La gente ha recuperato la parola e perso la paura”, spiegava Oscar Olivera, che per il suo impegno è stato insignito anche del Premio Goldman. “Si è riprodotto un noi collettivo, per cui ad un problema comune, si è cominciato a cercare comuni soluzioni. Parlando, discutendo, riprendendo nelle proprie mani la responsabilità della propria vita e del proprio ambiente”, diceva la sociologa Raquel Gutierrez.

Al momento del dibattito la gente ha intavolato una vivace discussione, riportando le proprie esperienze – molti i consiglieri comunali e circoscrizionali che di sono già esposti in Trentino contro l’acqua privata – ma anche il desiderio di un confronto senza tanti intermediari. “Sceglietela adesso, una data per incontrarvi”, incalzava Raquel “Non aspettate sempre che sia qualcuno a sceglierla per voi”. Detto fatto: il 22 dicembre. Chi dice per una fiaccolata, chi per discutere, chi per marciare. Vediamo cosa succederà. Ma ciò che è successo giovedì scorso è un segnale preciso: l’acqua, ancora una volta, rappresenta quel limite – morale, etico, politico – che con la messa a gara dei servizi di gestione idrica, per molti è stato superato, facendo scaturire una sana e creativa indignazione. E dall’altra, che la dicotomia pubblico – privato, che ha permesso a questo governo di avvallare la teoria per cui “il pubblico ha fallito, il privato risanerà”, va superata con la elaborazione di un modello nuovo, partecipato, socializzato, che ci veda tutti protagonisti del nostro futuro.

http://www.yaku.eu/primapagina_articolo.asp?id=1281

21.12.09

Le registrazioni video de “La rivoluzione dell’acqua – La Bolivia che ha cambiato il mondo”

Dal blog dell'Associazione TrentoAttiva

Come vi avevamo anticipato la scorsa settimana, crediamo di farvi cosa gradita a pubblicare la registrazione video della serata organizzata dall’associazione Yaku e che ha visto come relatori Raquel Gutierrez (scrittrice e attivista messicana), Oscar Olivera (sindacalista boliviano, premio Goldman 2001), John Holloway (giurista, filosofo e sociologo irlandese, movimento zapatista messicano), Alex Zanotelli (premio nazionale “Cultura della pace” 2004).



Watch live streaming video from grillitrentini at livestream.com

7.12.09

Busa consapevole risponde alle dichiarazioni di Pacher sulla centrale sull'Altissimo

Il progetto della centrale idroelettrica di pompaggio sul monte Altissimo va avanti.

Questa la risposta di Alberto Pacher alla mozione presentata in consiglio Provinciale da Bruno Firmani dell'Italia dei Valori pochi giorni fa. Al momento il progetto e' ancora al vaglio del servizio di utilizzazione delle acque pubbliche della Provincia, che dovrebbe decidere prima della fine dell'anno; a questa, seguira' una valutazione di impatto ambientale e se entrambe si pronunceranno positivamente, sara' dato il via libera all'appalto per la costruzione. Pacher istituzionalmente ha dichiarato che il progetto presentato seguira' il normale iter burocratico previsto per le grandi opere, ma ugualmente davanti a tutto questo coro di no, al quale si e' aggiunto anche il Sindaco di Riva Molinari in nome della cittadinanza non piu' di un mese fa, le perplessita' sono sempre maggiori:

Perche' non e' stato minimamente dato ascolto a quanti, fra politici e cittadini e imprenditori, che fino ad oggi hanno chiesto risposte concrete e prese di posizione da parte dei vertici Provinciali da ormai 9 mesi?
Non e' piu' abbastanza una semplice rassicurazone di Pacher sul fatto che saranno valutate le posizioni prese dai Comuni limitrofi e dei vari associazionismi.
Perche' poi e' sempre e solo Pacher a rispondere sul tema della centrale, mentre Il Presidente Dellai non si e' mai pronunciato?
Ed infine, avendo amaramente constatato che il progetto nella sua complessita' non rispecchia le esigenze della popolazione, ma solamente quelle di potenti imprenditori che vorrebbero fare del nostro Lago di Garda una speculazione energetica, non sarebbe meglio chiuere la partita qui senza intasare uffici provinciali oltre misura?

Info: labusaconsapevole.blogspot.com


La centrale va avanti
L'Adige del 5 dicembre 2009

Poco meno di un paio di mesi or sono, in occasione della presentazione dei candidati della lista Pinter per le primarie del Pd, il sindaco e senatore Claudio Molinari era tornato a «tuonare » contro la Provincia riguardo ai progetti giacenti a Trento per una centrale idroelettrica totalmente sotterranea scavata nel Monte Baldo della potenza di 1350 megawatt, fortemente osteggiata da tutti i Comuni della sponda trentina del Garda.
In buona sostanza Molinari chiedeva ai vertici provinciali di cancellare definitivamente ogni possibilità in tal senso.
Proprio l’altro giorno invece in consiglio provinciale il vicepresidente Alberto Pacher, rispondendo ad un’interrogazione del consigliere dell’Italia dei Valori Bruno Firmani che chiedeva chiarimenti sul caso, ha affermato testualmente che «il progetto in questione si trova nella fase istruttoria di ammissibilità alla procedura di Via. Non si sa ancora quali effetti l’impianto avrà sul sito di interesse comunitario. Sono anche in corso altri approfondimenti giuridici - ha proseguito il vicepresidente Pacher - per chiarire le competenze provinciali e statali.
Dal punto di vista delle autorizzazioni amministrative, prima di passare alla fase successiva i due progetti di pompaggio delle acque del Garda hanno inoltre bisogno di un accordo preventivo con tutte le regioni rivierasche. Finora non è stata realizzata alcuna opera».
Di fatto quindi la Provincia non ha accantonato nulla e l’esame dei progetti va avanti. Per giunta,osservano a Riva, Pacher parla di «accordo preventivo con le regioni rivierasche ma non fa alcun riferimento ai Comuni del Garda trentino».