23.10.10

Puntualizzazioni sull'articolo inerente la serata di Albiano


Dopo la serata di discussione ad Albiano - 8.10.2010 - sul tema ACQUA PRIVATIZZATA ANCHE IN TRENTINO un giornalista poco attento del quotidiano l'Adige ha pubblicato un commento pieno di errori.
Di seguito l'articolo pubblicato e la richiesta di rettifica inviata da Sandro Gottardi del Gruppo di sostegno acqua pubblica Albiano-Segonzano e da Gianfranco Poliandri del Comitato acqua bene comune di Trento.

Valle di Cembra - Il Comitato Acqua Bene Comune di Trento, assieme ad alcuni cittadini della Valle di Cembra, ha invitato a tutti i comuni della futura Comunità della Valle di Cembra una proposta di delibera, divulgata venerdì 8 ottobre presso la Sala Ex Ottavio di Albiano, per "ritenere l'acqua bene pubblico comune e il suo accesso come diritto umano universale, indivisibile, inalienabile, non assoggettabile a regole di mercato e ad azioni produttive; a riconoscere il servizio idrico privo di rilevanza economica e di interesse economico, escluso da processi di privatizzazione, non soggetto alla disciplina della concorrenza, escluso dal mercato e da profitti di mercato".
Nella proposta si legge di "escludere che le infrastrutture, le reti, gli impianti e le altre dotazioni patrimoniali per la produzione del servizio idrico possano appartenere a soggetti diversi dagli enti pubblici competenti o possano essere affidati in gestione sotto qualsiasi forma a soggetti diversi da quelli cui può essere affidata la produzione del servizio idrico".
Il Comitato propone alle municipalità e alla futura Comunità di Valle due alternative. La prima è di individuare la forma migliore della gestione diretta, in economia "mediante forma associativa tramite la stessa Comunità, con riferimento all'ambito territoriale".
La seconda prevede la "costituzione di un'Azienda speciale di natura consortile da parte dei Comuni della Comunità di Valle, tramite la stessa Comunità". L'obiettivo è evitare la privatizzazione dell'acqua.
L'origine della proposta di delibera risiede nella normativa in vigore. La legge provinciale del 1993, attualmente vigente, individua quattro forme di gestione: comunale diretta in economia; azienda speciale; impresa totalmente privata scelta con gara; Spa o Srl ad influenza dominante pubblica locale con eventuali soci privati scelti tramite gara.
La legge provinciale del 2004, non applicabile perché manca il regolamento attuativo, è uguale a quella del '93, con la differenza che alla quarta opzione non c'è "l'obbligo di influenza dominante pubblica locale".
L'obiettivo del Comitato Acqua Comune è quello di garantire l'influenza dominante pubblica a tutela dei 192 comuni del Trentino che hanno la gestione diretta dei servizi idrici. La legge del 2004 e quella del 2010 (quest'ultima conosciuta come Ddl Gilmozzi) - sostiene Gianfranco Poliandri del Comitato Acqua Bene Comune di Trento - costituiscono il primo passo verso la privatizzazione. Con questa proposta di delibera chiediamo che i comuni della Valle di Cembra s'impegnino affinché la gestione avvenga in forma associata o consortile mediante la Comunità di Valle".

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Gentile Direttore,

abbiamo letto con molto ritardo il commento sull’incontro pubblico ad Albiano "Acqua privatizzata anche in Trentino" pubblicato da l’Adige l’11.10.2010. La preghiamo di voler rettificare le inesattezze, alcune molto svianti, che il commento contiene. L’iniziativa è stata organizzata non dal Comitato Acqua Bene Comune di Trento, che ha semplicemente collaborato, ma dal "Gruppo di sostegno acqua pubblica Albiano-Segonzano", un collettivo di cittadini nato per la difesa dei beni comuni e quindi per la gestione pubblica dei servizi idrici in Trentino.
Il commento ha parlato di una nostra proposta per contrastare la privatizzazione strisciante dei servizi idrici in corso in Trentino: la modifica degli Statuti comunali o di Comunità di Valle per dichiarare il servizio idrico quale servizio pubblico di interesse economico perché escluso da profitti di mercato. Proprio per questo, non può essere vero che - come si è letto sul suo quotidiano - "l'obiettivo del Comitato Acqua Comune è quello di garantire l'influenza dominante pubblica a tutela dei 192 comuni del Trentino che hanno la gestione diretta dei servizi idrici".
E’ esattamente il contrario. Il vincolo dell’influenza pubblica dominante - introdotto in Trentino dalla legge regionale n. 1/1993 - impone che nelle SpA a capitale misto pubblico/privato la parte pubblica abbia la maggioranza delle quote azionarie o nomini più della metà dei membri del consiglio di amministrazione. A nostro parere questo tipo di SpA è proprio il soggetto principale della privatizzazione: e dunque ci interessa non mantenerne l’influenza attenuata ma escluderlo dalla possibilità di gestire servizi idrici (e altri servizi pubblici locali) in Trentino come nel resto del paese. Ma ad alcuni il fatto che gli enti locali continuino a mantenere una influenza dominante non piace più neppure come debole argine.
Una grave rimozione di questo storico vincolo si ritrova infatti nel recente (agosto 2010) progetto di legge c.d. Gilmozzi; qui si riprendono alcune norme finora inapplicate della legge provinciale n. 6 del 2004 e - con il pretesto propagandistico di rinnovare qualche modesta garanzia formale alle attuali gestioni dirette in economia e all’Azienda speciale di Tione - si continua invece e soprattutto ad accompagnare la graduale privatizzazione dei servizi idrici in Provincia e non si avvia alcuna iniziativa di ripubblicizzazione dei servizi già privatizzati.

Segonzano, 23.10.2010

Sandro Gottardi, Gruppo di sostegno acqua pubblica Albiano-Segonzano

Gianfranco Poliandri, Comitato acqua bene comune di Trento