22.12.09

Assemblea autoconvocata in difesa dell'acqua

Il 22 dicembre alle 20.30 davanti al teatro San Marco: la cittadinanza trentina presente alla conferenza di giovedì scorso “La rivoluzione dell’Acqua”, ha scelto questa data per autoconvocarsi ad un’assemblea in difesa dell’acqua pubblica.

E’ uno dei risultati più belli ed eclatanti della tre giorni sull’acqua, indetta dalle associazioni trentine Yaku, Ya Basta e Filorosso, che per sensibilizzare e stimolare una discussione sulle tematiche dell’acqua – la cui gestione è stata recentemente privatizzata dal governo italiano – hanno organizzato concerti, mostre fotografiche, spettacoli teatrali dal 9 all’11 dicembre scorsi in vari luoghi della città. Dallo spettacolo h2oro che ha coinvolto anche le scuole, al documentario Terre d’acqua sull’Uruguay, alla mostra fotografica di Lorenzo Scaldaferro, l’acqua a Trento ha preso la parola.
Bilancio molto positivo: sia il Teatro San Marco che il Centro Formazione alla Solidarietà, che la Facoltà di Sociologia, dove erano dislocati gli appuntamenti, hanno registrato ottime affluenze e forte interessamento da parte dei partecipanti.

In particolare, è stata davvero felice la commistione fra i protagonisti della guerra dell’acqua di Cochabamba – il sindacalista boliviano Oscar Olivera e la docente ed attivista messicana Raquel Gutierrez – ed il folto pubblico giunto anche da fuori regione, per la serata organizzata da Yaku “La Rivoluzione dell’Acqua”, il 10 dicembre.
Con Alex Zanotelli, che in un accorato discorso più volte chiedeva se fosse follia quella che stiamo vivendo – l’acqua nelle mani di pochi – con Michele Nardelli, del Forum trentino per la Pace, che ha letto la proposta di mozione provinciale contro la privatizzazione dell’acqua, e con il filosofo e politologo irlandese John Holloway, che ha commosso la platea parlando della oscurità che il mondo vive, braccato dalle tenaglie del sistema capitalista, i relatori sono riusciti ad uscire dagli schemi di una conferenza, ed intavolare un dialogo con le centinaia di persone presenti.

Che era proprio quello che si voleva accadesse: dell’esperienza della Guerra dell’Acqua di Cochabamba, di cui ricorrono adesso i dieci anni, durante la serata si è più volte sottolineato come il conflitto di strada che ha visto popolazione affrontare a mani nude un esercito armato al grido de “l’acqua è nostra”, fosse stato solo uno degli aspetti che hanno fatto della lotta boliviana un evento storico spartiacque. E’ il laboratorio politico che attorno all’acqua ha saputo crescere e sviluppare nuovi modi di gestione partecipata dei beni comuni, che si è eviscerato: “La gente ha recuperato la parola e perso la paura”, spiegava Oscar Olivera, che per il suo impegno è stato insignito anche del Premio Goldman. “Si è riprodotto un noi collettivo, per cui ad un problema comune, si è cominciato a cercare comuni soluzioni. Parlando, discutendo, riprendendo nelle proprie mani la responsabilità della propria vita e del proprio ambiente”, diceva la sociologa Raquel Gutierrez.

Al momento del dibattito la gente ha intavolato una vivace discussione, riportando le proprie esperienze – molti i consiglieri comunali e circoscrizionali che di sono già esposti in Trentino contro l’acqua privata – ma anche il desiderio di un confronto senza tanti intermediari. “Sceglietela adesso, una data per incontrarvi”, incalzava Raquel “Non aspettate sempre che sia qualcuno a sceglierla per voi”. Detto fatto: il 22 dicembre. Chi dice per una fiaccolata, chi per discutere, chi per marciare. Vediamo cosa succederà. Ma ciò che è successo giovedì scorso è un segnale preciso: l’acqua, ancora una volta, rappresenta quel limite – morale, etico, politico – che con la messa a gara dei servizi di gestione idrica, per molti è stato superato, facendo scaturire una sana e creativa indignazione. E dall’altra, che la dicotomia pubblico – privato, che ha permesso a questo governo di avvallare la teoria per cui “il pubblico ha fallito, il privato risanerà”, va superata con la elaborazione di un modello nuovo, partecipato, socializzato, che ci veda tutti protagonisti del nostro futuro.

http://www.yaku.eu/primapagina_articolo.asp?id=1281

21.12.09

Le registrazioni video de “La rivoluzione dell’acqua – La Bolivia che ha cambiato il mondo”

Dal blog dell'Associazione TrentoAttiva

Come vi avevamo anticipato la scorsa settimana, crediamo di farvi cosa gradita a pubblicare la registrazione video della serata organizzata dall’associazione Yaku e che ha visto come relatori Raquel Gutierrez (scrittrice e attivista messicana), Oscar Olivera (sindacalista boliviano, premio Goldman 2001), John Holloway (giurista, filosofo e sociologo irlandese, movimento zapatista messicano), Alex Zanotelli (premio nazionale “Cultura della pace” 2004).



Watch live streaming video from grillitrentini at livestream.com

7.12.09

Busa consapevole risponde alle dichiarazioni di Pacher sulla centrale sull'Altissimo

Il progetto della centrale idroelettrica di pompaggio sul monte Altissimo va avanti.

Questa la risposta di Alberto Pacher alla mozione presentata in consiglio Provinciale da Bruno Firmani dell'Italia dei Valori pochi giorni fa. Al momento il progetto e' ancora al vaglio del servizio di utilizzazione delle acque pubbliche della Provincia, che dovrebbe decidere prima della fine dell'anno; a questa, seguira' una valutazione di impatto ambientale e se entrambe si pronunceranno positivamente, sara' dato il via libera all'appalto per la costruzione. Pacher istituzionalmente ha dichiarato che il progetto presentato seguira' il normale iter burocratico previsto per le grandi opere, ma ugualmente davanti a tutto questo coro di no, al quale si e' aggiunto anche il Sindaco di Riva Molinari in nome della cittadinanza non piu' di un mese fa, le perplessita' sono sempre maggiori:

Perche' non e' stato minimamente dato ascolto a quanti, fra politici e cittadini e imprenditori, che fino ad oggi hanno chiesto risposte concrete e prese di posizione da parte dei vertici Provinciali da ormai 9 mesi?
Non e' piu' abbastanza una semplice rassicurazone di Pacher sul fatto che saranno valutate le posizioni prese dai Comuni limitrofi e dei vari associazionismi.
Perche' poi e' sempre e solo Pacher a rispondere sul tema della centrale, mentre Il Presidente Dellai non si e' mai pronunciato?
Ed infine, avendo amaramente constatato che il progetto nella sua complessita' non rispecchia le esigenze della popolazione, ma solamente quelle di potenti imprenditori che vorrebbero fare del nostro Lago di Garda una speculazione energetica, non sarebbe meglio chiuere la partita qui senza intasare uffici provinciali oltre misura?

Info: labusaconsapevole.blogspot.com


La centrale va avanti
L'Adige del 5 dicembre 2009

Poco meno di un paio di mesi or sono, in occasione della presentazione dei candidati della lista Pinter per le primarie del Pd, il sindaco e senatore Claudio Molinari era tornato a «tuonare » contro la Provincia riguardo ai progetti giacenti a Trento per una centrale idroelettrica totalmente sotterranea scavata nel Monte Baldo della potenza di 1350 megawatt, fortemente osteggiata da tutti i Comuni della sponda trentina del Garda.
In buona sostanza Molinari chiedeva ai vertici provinciali di cancellare definitivamente ogni possibilità in tal senso.
Proprio l’altro giorno invece in consiglio provinciale il vicepresidente Alberto Pacher, rispondendo ad un’interrogazione del consigliere dell’Italia dei Valori Bruno Firmani che chiedeva chiarimenti sul caso, ha affermato testualmente che «il progetto in questione si trova nella fase istruttoria di ammissibilità alla procedura di Via. Non si sa ancora quali effetti l’impianto avrà sul sito di interesse comunitario. Sono anche in corso altri approfondimenti giuridici - ha proseguito il vicepresidente Pacher - per chiarire le competenze provinciali e statali.
Dal punto di vista delle autorizzazioni amministrative, prima di passare alla fase successiva i due progetti di pompaggio delle acque del Garda hanno inoltre bisogno di un accordo preventivo con tutte le regioni rivierasche. Finora non è stata realizzata alcuna opera».
Di fatto quindi la Provincia non ha accantonato nulla e l’esame dei progetti va avanti. Per giunta,osservano a Riva, Pacher parla di «accordo preventivo con le regioni rivierasche ma non fa alcun riferimento ai Comuni del Garda trentino».

20.11.09

Mostra e convegno a Rovereto in difesa dell'acqua


Proprio nei giorni in cui esplode la polemica sulla «privatizzazione dell'acqua» approvata a colpi di decreto dal governo Berlusconi, si apre domani «H2OK», mostra interattiva che a Rovereto sarà aperta fino al 5 dicembre all'Oratorio Rosmini dal titolo «Acqua: diritto umano e bene comune». La proposta nasce dal Comitato per la Pace e i Diritti Umani ed è stata sostenuta dall'assessorato all'istruzione del Comune di Rovereto. Vede già la prenotazione di quasi trenta classi degli istituti delle scuole medie e superiori a cui si rivolge la visita interattiva di due ore. Per visitare la mostra sono previsti anche due momenti per la cittadinanza - ore 16-18 di sabato 28 novembre e ore 10-12 di sabato 5 dicembre - prenotazioni al numero tel 0464 452368 dell'assessorato.

Domani, sabato 21 novembre alle ore 17.30 si apre con un incontro «Acqua: diritto umano e bene comune' per scoprire i progetti che funzionano per garantire il diritto all'acqua.
Intervengono Paolo Rizzi del Contratto Mondiale sull'Acqua e Francesca Caprini dell'associazione Yaku che si occupa del progetto «Scuola per l'Acqua» che coinvolge i paesi della catena delle Ande.
Tra i temi si rilanciano le richieste della campagna «Salviamo l'acqua» che chiede al governo italiano e al Parlamento di ritirare il decreto (approvato l'altroieri) che chiede alle pubbliche amministrazioni di affidare entro il 2011 la gestione del servizio idrico alla maggioranza dei privati. Questo punto è stato ben sottolineato da diverse voci pubbliche tra cui Dacia Maraini e padre Alex Zanotelli che chiedono che la gestione del bene comune acqua venga ridata alle società interamente pubbliche in modo da garantire il diritto all'acqua a tutti i cittadini - anche i meno abbienti. Aggiornamenti e informazioni sul sito www.acquabenecomune.org «La votazione alla Camera sulla privatizzazione dell'acqua è da considerarsi un passaggio che chiude una epoca, preso ancora una volta senza informare i cittadini e coinvolgere i Comuni» commenta Andrea Trentini, organizzatore della mostra. «Sono liquidati quei pochissimi margini concessi alle amministrazioni locali di mantenere la gestione nei servizi fondamentali come l'acqua. Un decreto palesemente incostituzionale che gli enti locali dovrebbero impugnare».

Info:
www.cittadinirovereto.it/diario/acqua-incontro-sab-21-a-rovereto/

10.11.09

10 Novembre mail bombing su componenti Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati

Di seguito e al seguente link (http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article6679) il testo e l'indirizzario per il mailbombing che abbiamo previsto di fare domani 10 Novembre sui componenti della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati.
Fate girare la notizia.


Campagna nazionale "Salva l’Acqua"

10 Novembre mail bombing su componenti Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati

Il Senato, il 04 Novembre, ha approvato l’Art.15 del DL 135/09.
Tale provvedimento approderà alla Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati il 10 Novembre.
Se convertito in legge, il DL 135/09, sottrarrà ai cittadini ed alla sovranità delle Regioni e dei Comuni l’acqua potabile di rubinetto.
Noi pensiamo che sia un epilogo da scongiurare, sia per un concetto inviolabile che annovera l’acqua come un diritto universale e non come merce, ma anche per le ripercussioni disastrose che una privatizzazione potrebbe generare sui cittadini in funzione della crescita delle tariffe.
Pertanto, alla luce di quanto sopra, della conclusione dell’esame presso il Senato e in previsione della discussione di tale provvedimento alla Camera dei Deputati (inizio previsto per il 16 Novembre) è necessario attuare un mail bombing sui componenti della Commissione, al fine di mettere un po’ di pressione richiedendo di sostenere le nostre proposte nel dibattito.

Affinchè il mail bombing sortisca effetto, è importante che l’invio delle mail sia realizzato contemporaneamente dal maggior numero di persone possibili,

concentriamoci tutt* sulla giornata di martedì 10 Novembre


Di seguito l’elenco degli indirizzi e-mail delle/dei Deputate/Deputati della Commissione Affari Costituzionali della Camera ed il testo da inviare loro


Elenco e-mail:

bruno_d@camera.it, santelli_j@camera.it, zaccaria_r@camera.it, lomoro_d@camera.it, sbai_s@camera.it, amici_m@camera.it,
bernini_a@camera.it, bertolini_i@camera.it, bianconi_m@camera.it, bocchino_i@camera.it, bordo_m@camera.it, bressa_g@camera.it,
calabria_a@camera.it, calderisi_g@camera.it, cicchitto_f@camera.it, cristaldi_n@camera.it, dallago_m@camera.it, diserio_o@camera.it,
degirolamo_n@camera.it, distaso_a@camera.it, dussin_luciano@camera.it, favia_d@camera.it, ferrari_p@camera.it, fontanelli_p@camera.it,
giachetti_r@camera.it, giovanelli_o@camera.it, laloggia_e@camera.it, laffranco_p@camera.it, lanzillotta_l@camera.it, lorenzin_b@camera.it,
mannino_c@camera.it, mantini_p@camera.it, minniti_d@camera.it, naccarato_a@camera.it, orsini_a@camera.it, pastore_m@camera.it,
pecorella_g@camera.it, pisicchio_g@camera.it, pollastrini_b@camera.it, stasi_m@camera.it, stracquadanio_g@camera.it,
tassone_m@camera.it, turco_mrz@camera.it, vanalli_p@camera.it, salvatore.vassallo@camera.it, volpi_r@camera.it, zeller_k@camera.it

Testo della mail da inviare:



Alle/ai Deputate/Deputati della Commissione Affari Costituzionali della Camera

Oggetto: esame del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135

Gentile Deputata/Deputato,

Il recente Art. 15 del D.L. 135/09 - che ha modificato l’Art. 23bis L. 133/08 - anche nella versione appena approvata dal Senato muove passi decisi verso la privatizzazione dei servizi idrici e degli altri servizi pubblici locali.

Come aderenti al Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua una rete associativa cui aderiscono più di settanta organizzazioni nazionali e più di mille comitati territoriali, affermiamo con forza:

Se voti la privatizzazione dell’acqua lo fai non in mio nome!

Si tratta della definitiva mercificazione di un bene essenziale alla vita!

Si tratta della definitiva consegna al mercato di un diritto umano universale!

Si tratta di un provvedimento inaccettabile!


Pertanto, in previsione della discussione di tale provvedimento presso la Commissione Affari Costituzionali,

chiediamo

- di esprimersi per il ritiro delle nuove norme che privatizzano l’acqua;

- di sostenere gli emendamenti finalizzati ad escludere il servizio idrico dai servizi pubblici locali di rilevanza economica;

- eliminare obbligo di affidamento della gestione del Servizio idrico tramite gara e della cessione del 40% a privati per le gestione dirette dei Comuni, riconoscendo l’autonomia di scelta da parte degli Enti locali, in particolare delle Regioni sancita dalla Costituzione (Art.117);

- di sostenere, nel corso del dibattito in Assemblea al Senato, le proposte avanzate dal Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua.

Restiamo in attesa, anche tramite la Segreteria Operativa del Forum dei Movimenti per l’Acqua di conoscere le Sue decisioni.
Cogliamo l’occasione per porgerLe i più cordiali saluti.

Firma del Comitato... o firma del singolo cittadino

aderente al Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua




Per riscontro e contatti:
Segreteria Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
Via di S. Ambrogio n.4 - 00186 Roma
Tel./Fax. 06/68136225 Lun.-Ven. 15:00-19:00
e-mail: segreteria@acquabenecomune.org
Sito web: www.acquabenecomune.org

Il Governo privatizza l’acqua


Si tratta della definitiva consegna al mercato di un diritto umano universale. IMPEDIAMOLO!

Con un decreto del 10 settembre scorso il Governo regala l’acqua ai privati: sottrae ai cittadini l’acqua potabile, il bene più prezioso, per consegnarlo, a partire dal 2011, agli interessi delle grandi multinazionali e farne un nuovo business per i privati.
Oltre 400.000 cittadini hanno sottoscritto una legge d’iniziativa popolare per l’acqua pubblica, che riconosce il diritto all’acqua ma la proposta giace da due anni nei cassetti delle commissioni parlamentari.
Entro il prossimo 24 novembre, il decreto che privatizza l’acqua potrebbe diventare legge.
Si tratta della definitiva mercificazione di un bene essenziale alla vita
Si tratta di un provvedimento inaccettabile!
Pertanto, noi firmatari del presente Appello chiediamo:
- A tutti i Parlamentari il ritiro delle nuove norme che privatizzano l’acqua e di escludere il servizio idrico dai servizi pubblici locali di rilevanza economica riconoscendo l’autonomia di scelta dei modelli di affidamento da parte degli ATO ed Enti locali.
- Alle forze politiche di sostenere le proposte del Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua e in particolare la rapida approvazione della legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico.
- Ai Presidenti delle Regioni di presentare ricorso di costituzionalità contro l’Art.15 del D.L. 135/09 a tutela della autonomia degli Enti Locali sulla base del principio di sussidiarietà riconosciuto dalla Costituzione.
- Agli Eletti nei Consigli Comunali di prendere posizione contro l’Art.15 del D.L 135/09 e di assumere l’impegno ad inserire nello Statuto Comunale il riconoscimento dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e dichiarando il servizio idrico privo di rilevanza economica.
- Ai Cittadini di protestare contro questo Decreto del Governo facendo pressioni sui parlamentari e raccogliendo adesioni a sostegno del presente impegno.
Il presente Appello con le firme raccolte sarà inviato anche al Presidente della Repubblica e ai Presidenti delle due Camere
L’acqua è un diritto umano universale e un bene comune da conservare per le future generazioni.
Il servizio idrico deve essere gestito da enti di diritto pubblico con la partecipazione dei cittadini e dei lavoratori.
Salvare l’acqua è una questione di democrazia.

Ottobre 2009 – Appello a cura
Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua

e-mail: segreteria@acquabenecomune.org
Sito web: www.acquabenecomune.org

22.10.09

Il rio Bondai è patrimonio collettivo

fonte: l'Adige del 21.10.'09

San Lorenzo «Ci hanno tolto tutto, e il rio Bondai è patrimonio collettivo»
«Centrale, no giustificato»



SAN LORENZO IN BANALE - In attesa che il Comune di San Lorenzo porti in consiglio la questione, nel Banale continua il dibattito sul progetto del Ceis di sfruttare la sorgente stagionale dei Paroi e il torrente Bondai con una centralina idroelettrica. L'ingegner Matteo Tomasi , in una nota, afferma come non solo i pareri dei cittadini di San Lorenzo debbano essere ascoltati prima di prendere la decisione definitiva sul Bondai. «Desidero esprimere alcune mie considerazioni - scrive - in merito ai problemi connessi con l'ipotizzato utilizzo a fini idroelettrici di quel che resta del torrente Bondai, nel comune di San Lorenzo in Banale. Ritengo priva di fondamento l'osservazione, raccolta in paese, che il problema del ventilato depauperamento del rio Bondai, per la costruzione di una centrale, sia di pertinenza esclusivamente dei residenti e che pertanto le firme raccolte per la tutela del rio "provenienti da fuori" abbiano scarso peso. Credo che infatti l'ambiente sia patrimonio di tutti e mi chiedo se sia possibile che le Dolomiti vengano definite «patrimonio dell'umanità» e il territorio nel quale sono incastonate rimanga feudo solo di pochi locali. A conferma di ciò, evidenzio che il Bondai è inserito nell'elenco delle acque pubbliche, con vincoli di gestione e concessione all'uso che superano la giurisdizione dell'ente locale e fanno capo alla collettività, nella fattispecie rappresentata dalla Provincia. Invito quindi i residenti a firmare per la salvaguardia del Bondai e dell'ambiente, ma invito anche chi conosce San Lorenzo, chi è venuto per la Sagra della Ciuìga o in altre occasioni per visitare uno dei Borghi più belli d'Italia, a ritornare e a firmare perché questo paese conservi la sua qualifica. San Lorenzo infatti potrà mantenere la sua peculiarità, anche salvando un habitat unico che è ancora di estremo valore e fascino, pure avendo subito dei danni in questi ultimi anni. L'avversione alla centrale non è un fatto di egoismo, ma una giustificata opposizione, perché nel nostro "giardino idrografico" ci è stato tolto e rovinato quasi tutto: il torrente Ambiez spesso prosciugato, il lago di Nembia cancellato per anni e ripristinato artificiosamente, il lago di Molveno snaturato, il rio Bondai impoverito e tagliato da prese ed altre opere. Abbiamo dato quasi tutto, quel poco che resta ci sia lasciato». A. Z.

Vedi anche il gruppo nato su Facebook per la salvaguardia del Bondai
www.facebook.com/wall.php?id=103205100931

25.6.09

Besenello dice "no" a Tav e dighe

Perplessità su infiltrazioni e sull’impatto ambientale

BESENELLO - Né Tav, né dighe sull'Adige. Il consiglio comunale, unito come raramente succede, all'unanimità ha bocciato sia il mega progetto provinciale dell'alta velocità ferroviaria - in concreto, una nuova ferrovia che scende lungo tutta la valle dell'Adige, per il 90 per cento in galleria, costo stimato 2,7 miliardi di euro - sia la riedizione dei celebri «salti nell'Adige», già stralciati negli anni Novanta: due dighe a scopo idroelettrico (una tra Volano e Pomarolo, l'altra nel Comune di Besenello) proposte in concorrenza da Aquafil Power e Dolomiti Energia. «Pur essendo favorevole al trasferimento del trasporto merci da gomma a rotaia - si legge nel testo della delibera sulla Tav, condivisa da tutto il consiglio - l'amministrazione comunale rileva troppe incertezze tecniche che non permettono di esprimere un parere favorevole. Nella relazione idrogeologica si evidenziano, infatti, molti problemi legati alla possibilità di intercettazione delle falde acquifere che alimentano gli acquedotti». Gli altri elementi critici rilevati dal consiglio sono gli scavi, lo stoccaggio dell'enorme quantità di materiale di risulta e il suo trasporto, che impegnerebbe le strade per anni e anni, congestionandole. Infine, i cantieri, che «occuperebbero elevate porzioni di terreno agricolo, con perdita di produzione e deturpamento del paesaggio».
Per quanto riguarda le dighe sull'Adige, la situazione è diversa, ma l'esito lo stesso. Il Comune, infatti, è chiamato a valutare, preventivamente all'attivazione del procedimento amministrativo di concessione di nuove derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico (chieste da Aquafil Power e da Dolomiti Energia), se sussistono prevalenti interessi pubblici ad un diverso uso delle acque rispetto a quello idroelettrico, o un prevalente interesse ambientale incompatibile con la derivazione. «All'interno del progetto di Agenda 21 Locale "L'area tra due città" - dice la delibera - che ha coinvolto i comuni di Aldeno, Besenello, Calliano, Nomi e Volano e le circoscrizioni di Mattarello e Ravina-Romagnano, sono state individuate delle azioni da realizzare nell'area interessata dalle opere di derivazione».
La delibera fa qui riferimento, in particolare, a due distinti progetti: uno per realizzare un parco fluviale lungo l'Adige, l'altro per recuperare la navigabilità del fiume, storicamente presente, a scopi turistici: «Il progetto delle dighe sul fiume Adige contrasta in modo molto evidente con quanto individuato nel Piano di azione del progetto di Agenda 21 Locale - dice chiaro il consiglio comunale - che costituisce un documento di programmazione condiviso fra più amministrazioni. Si ritiene pertanto di non condividere i progetti presentati».
«Sono contenta di aver trovato la massima condivisione del consiglio su temi di questa rilevanza - commenta il sindaco Carmen Manfrini - anche perché, diversamente, la nostra comunità sarebbe disorientata. Sul tema delle grandi infrastrutture occorre comunicare un senso di sicurezza, mentre questi progetti avrebbero un impatto grave sull'ambiente della Vallagarina».

di Michele Comper

Fonte: l'Adige del 24 giugno '09

20.6.09

Altissimo: La terza commisione della Provincia boccia la centrale

fonte: l'Adige del 20.06.2009

Per conoscere il punto di vista della Giunta provinciale in merito al progetto di costruzione di un impianto di «riqualificazione energetica» che prevede il pompaggio e la raccolta delle acque del lago di Garda sul Monte Altissimo da cui poi ricadrebbero in galleria nel Benaco, la terza commissione del Consiglio presieduta da Roberto Bombarda ha ascoltato ieri l'assessore ai lavori pubblici, ambiente e trasporti Alberto Pacher.
Questi ha ricordato che il progetto, depositato il 19 novembre 2008 dalla Eva Energie Valsabbia spa, è attualmente all'esame tecnico preliminare del Servizio utilizzazione acque pubbliche della Provincia, la cui verifica ha lo scopo di stabilirne l'ammissibilità alla successiva fase di Valutazione di impatto ambientale. Se l'istruttoria darà esito positivo il progetto sarà sottoposto all'esame del comune di Nago-Torbole, delle altre amministrazioni interessate, della Provincia e delle Regioni i cui territori sono bagnati dalle acque del lago.
«Per questo l'esecutivo non ha ancora espresso alcun parere anche se - ha assicurato Pacher - terremo conto delle preoccupazioni già manifestate dal comune di Riva del Garda e soprattutto dall'associazionismo. Per questo l'attuale fase istruttoria sarà svolta con particolare serietà».
Tutte di segno negativo le considerazioni dei consiglieri. «Sono sconcertato - ha esordito Nerio Giovanazzi - perché si parla di un'opera colossale come se si trattasse di una passerella.
Conosciamo il progetto dai giornali, ma non sappiamo nulla del rapporto costi-benefici, dell'utilità futura di un impianto che fra qualche anno potrebbe risultare tecnologicamente superato e neppure del pesante impatto ambientale in un'area di grande pregio naturalistico come questa». Michele Nardelli del Pd ha rammentato la posizione nettamente sfavorevole alla realizzazione di questo e altri simili impianti già espressa dal Consiglio provinciale con l'approvazione di un ordine del giorno collegato alla finanziaria. Il dispositivo impegna la Giunta a valutare preventivamente le istanze di concessione relative ad impianti di accumulo mediante pompaggio, per salvaguardare l'interesse pubblico, e a garantire il coinvolgimento delle comunità locali. Intanto è nato un comitato di cittadini contrario a questo progetto. Giorgio Leonardi (Pdl) ha chiesto più informazioni perché l'opera «non sembra rispettosa del nostro ambiente naturale».
Al termine del dibattito l'assessore Pacher si è impegnato a riferire alla Giunta «il senso di questa discussione» e ha precisato che se del progetto è stata investita la Provincia prima dei comuni ciò è dovuto all'osservanza dell'attuale normativa, rispetto alla quale «il Consiglio provinciale ha sempre la possibilità di apportare modifiche».
Ha anche precisato che «è difficile legare l'utilizzo del bene acqua solo all'ente pubblico».

Vedi anche:
Nasce il comitato S.O.S. Altissimo

4.6.09

Giornata in difesa dell’acqua: Due appuntamenti di approfondimento tra locale e globale

Giovedì 4 Giugno 2009

- ore 17:30
Sala degli affreschi, Biblioteca Comunale - Via Roma n. 55

Acqua Pubblica o Privata?
...dal Forum di Istanbul all’esperienza trentina.

Il report dal Forum Internazionale sull’acqua che si è svolto a Istanbul in marzo, la legge di iniziativa popolare proposta dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e infine il caso Trentino con Dolomiti Energia Spa.

Interverranno:

Tommaso Fattori - Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

Rosario Lembo - Comitato Italiano del Contratto sull’Acqua

Matteo Frisinghelli - Resp. servizio idrico di Dolomiti Energia SpA

Modera Guido Zolezzi - ISF Trento e Ricercatore presso la Facoltà di Ingegneria

Organizza:
Ingegneria Senza Frontiere Trento


- ore 20.30
nella Sala Rosa del Palazzo della Regione, piazza Dante

Pueblos
Gli indigeni Nahuatl del Morelos messicano in difesa dell’Aria, dell’Acqua e della Terra

Testimonianza della lotta delle comunità indigene del Morelos in difesa della gestione ancestrale dei loro territori

con la partecipazione di:

Saul Roque, Taita - Capo Spirituale Nauhati di Xoxocotla, paese natale di Zapata

Fernanda Robinson - Fotografa brasiliana, studiosa di culture indigene mesoamericane, produttore esecutiva del film

Francesco Taboada Tabone - Regista messicano del film documentario "13 puebos en defensa del agua, el aire y la tierra"

Proiezione del pluripremiato film-documentario:
"13 puebos en defensa del agua, el aire y la tierra"

Dalla cittadina natale dello storico rivoluzionario arriverà Saul Roque, capo spirituale della stessa Xoxocotla.
Il film - documentario che li ha resi famosi nel mondo, il pluripremiato “13 Pueblos in difesa dell’acqua, dell’aria e della terra”, per la prima volta in versione italiana, verrà commentato dallo stesso regista, il messicano Francesco Tabone, e dalla produttrice, la brasiliana Fernanda Robinson.
Eredi dei Tlahuicas, Xochimilcas e di altre popolazioni millenarie. Eredi delle lotte di resistenza contro la Colonia e della Rivoluzione Messicana. Discendenti di Emiliano Zapata e Ruben Jaramillo le popolazioni indigene del Morelos stanno continuando le loro "altre" rivoluzioni.

Organizza:
Associazione Yaku

Aderiscono alla giornata: Associazione Ya Basta, Associazione Yaku, Filo Rosso, ISF Trento, Officina Ambiente , Patapunfete, TrentoAttiva


10.5.09

Acqua bene comune e non merce!

Mercoledì scorso una trentina di persone appartenenti a diverse realtà e associazioni trentine si è ritrovata per discutere su un nuovo percorso comune in difesa dell'acqua che sempre più spesso, anche nella nostra provincia, viene considerata una merce piuttosto che un bene comune da salvaguardare.
Come primo passo le associazioni hanno deciso di scrivere un comunicato stampa in merito allo scandaloso caso Surgiva.

COMUNICATO STAMPA

Con una delibera la Provincia di Trento ha rinnovato per altri 25 anni la concessione alla azienda di acque minerali Surgiva F.lli Lunelli spa, della sorgente «Prà dell'Era», una fonte d’acqua nel Parco naturale Adamello Brenta posta ad oltre 1000 metri d’altitudine.
Su quotidiani e mezzi stampa ciò che ha fatto scalpore è stato il canone annuo: la società verserà ogni anno alle casse della Provincia, 8.478,85 euro fino al 25 aprile 2033.
A fronte di un ricavo di poco meno un milione di euro. Si è anche letto di amministratori provinciali e responsabili della Surgiva F.lli Lunelli spa, che - aggirando il problema di fondo - hanno parlato di necessità di favorire l'azienda in un momento di crisi, di intervento a difesa dei posti di lavoro, di compensazioni future in termini di nuove tasse di imbottigliamento.

La questione Surgiva appare invece sintomatica di come nel nostro territorio la gestione dell’acqua venga affrontata come se si trattasse merce e non di un bene comune ed un diritto umano fondamentale.
Associazioni, forze sociali e cittadini che in Trentino si battono in difesa dell’acqua pubblica, riunitisi in assemblea per affrontare la questione Surgiva e, più in generale, discutere la questione acqua e sugli usi dell'acqua e dei beni comuni in Trentino, esprimono con forza il proprio totale rifiuto nei confronti di un simile atteggiamento, davvero miope e in totale contrasto col tempo in cui viviamo – immaginiamo si sarà preso in considerazione, ad esempio, il rapporto Onu recentemente presentato al Forum Mondiale dell’Acqua di Istanbul su come sarà la situazione mondiale dell’acqua nel 2033.
Nonché nei confronti delle stesse modalità, che hanno visto la concessione per un ulteriore quarto di secolo di una fonte d’acqua attraverso semplice delibera provinciale.
La nostra protesta non riguarda quindi la sola questione delle acque imbottigliate, che pure è seria: siamo uno dei primi Paesi al mondo nelle classifiche dei consumatori d’acqua in bottiglia, e siamo al primo posto in Europa con 185 litri annui di consumo procapite. E il Trentino non è da meno, con la concessione alla multinazionale Nestlè – quella del latte in polvere assassino, per intenderci - per l’imbottigliamento di 90 - 110 milioni di litri dalla fonte Pejo.
Ci sono molti e gravi problematiche attorno all’acqua minerale, che vanno dallo sfruttamento ambientale all’inquinamento, dalle normative che regolamentano le analisi dell’acqua minerale - che non è “acqua potabile” e che per questo sottostà a parametri definiti dubbi anche dalla stessa Commissione Europea - allo strapotere delle multinazionali che hanno visto il loro mercato triplicarsi negli ultimi quindici anni raggiungendo un fatturato da 4.500 miliardi, di cui 1.500 spesi in pubblicità.
La questione va necessariamente vista da altri punti di vista, che vadano oltre l’entità di un canone.
Ambiente, salute, ma soprattutto, democrazia nelle decisioni sugli usi: l’acqua è sempre acqua. Un bene comune, che un’etichetta può trasformare in prodotto venduto privatamente.
Contraddizioni che paiono evidenti anche nel caso Surgiva: recita l'articolo 1 della convenzione fra Provincia e Comuni: «Qualora gli acquedotti non fossero in grado di soddisfare la richiesta di acqua ad uso potabile dei territori, Surgiva s'impegna a mettere a disposizione la quantità d'acqua proveniente dalla sorgente eccedente il fabbisogno industriale”. Cioè anche nulla.

Crediamo sia necessario avviare un processo che anche in Trentino metta in primo piano il controllo collettivo e la ripubblicizzazione dell'acqua come principio di democrazia, base per la sua funzione sociale e presupposto per la sua difesa e la sua conservazione.

Associazione Ya Basta Trento
Associazione Yaku
Centro sociale Bruno
Filcams CGIL del Trentino
Officina Ambiente
TrentoAnomala
TrentoAttiva

29.4.09

Nasce il comitato S.O.S. Altissimo

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la testimonianza di un privato cittadino su un nuovo enorme scempio ambientale che minaccia la nostra terra.

Scrivo dal lago di Garda, parte trentina. Mi permetto di scrivere con la consapevolezza che stiamo facendo tutto il possibile. Non deleghiamo ad altri la soluzione del problema ma purtroppo abbiamo bisogno di ogni aiuto reperibile.
Un mese fa grazie all’attenta lettura dei procedimenti destinati al voto del consiglio della provincia di Trento si è scoperto che alcuni grossi gruppi di imprenditori (EVA Energie Valsabbia, SWS engeneering, Dolomiti Energia) hanno in corso di autorizzazione un progetto che prevede la costruzione di una gigantesca centrale idroelettrica (1300 Mega Watt) da realizzarsi scavando (3.000.000 mc) all’interno del Monte Altissimo (2000 mt) posto in riva al lago.
La centrale (una delle più grandi d’Europa) non viene però realizzata secondo una finalità produttiva perchè la montagna non presenta alcun interesse idroelettrico di per sè (pochissima acqua, nessun torrente o lago). Di fatto sarà una centrale che consuma più energia di quanta ne produce (-40%). L’operazione, 1.200.000.000 € (un miliardo e duecento milioni di euro, stima di progetto), consta nella semplice speculazione operata attraverso il pompaggio notturno di acqua del lago (con consumi di energia a tariffa bassa) ed il rilascio diurno per vendere energia nell’orario di picco di consumo (a tariffa maggiorata). Ma la enorme reddittività viene ulteriormente accresciuta attraverso l’incredibile meccanismo della legge sulla produzione di energia da fonte diversa da quella fossile che assimila questo impianto (allo stesso modo della combustione dei rifiuti) a quelli che producono realmente da fonte rinnovabile e riconosce attraverso il rilascio dei certificati verdi il pagamento di un incentivo per ogni watt prodotto.
Peccato che l’energia impiegata per il pompaggio dell’acqua non proviene da produzione idroelettrica (che oggi viene con semplicità erogata solo nell’orario di reale necessità) ma bensì generata da combustione fossile o in futuro nucleare, per poi produrre energia (in quantità minore) e vedersela compensata come verde e rinnovabile. Un vero riciclaggio dell’energia.
Alcune leggi italiane sono fatte per questo. Mentre in Germania analisi statistiche attestano che nell’ultimo biennio sono stati installati ogni anno generatori fotovoltaici che producono (in energia pulita) il doppio della potenza promessa dal colosso di progetto (in energia riciclata e sprecandone il 40%) noi in Italia permettiamo a operazioni dal significato equivoco utili da capogiro.
Indipendentemente dalla sensibilità ambientale di ciascuno c’è un ulteriore fattore di estrema gravità. Nè le amministrazioni dei comuni interessati nè i privati cittadini erano al corrente di nulla. Da successive ricerche si è saputo che otto anni fa il sindaco di Nago-Torbole fu contattato dagli stessi promotori che illustrarono i grandissimi vantaggi economici di cui avrebbe potuto beneficiare anche la comunità locale se si fosse ottenuto il benestare al progetto. Solo la sua coscienza ambientale ci salvò dal sacrificio. Dopo il silenzio.
A seguito della recentissima e quasi fortuita scoperta del procedimento in corso da parte di un giornalista del quotidiano l’Adige, le amministrazioni dei comuni interessati hanno rivolto richiesta formale delle indispensabili informazioni presso l’amministrazione provinciale ricevendo rassicurazione che del progetto non se ne sapeva praticamente nulla. La cosa non convinse qualcuno che anzi accelerò con ogni mezzo la ricerca di informazioni. Emerse che l’amministrazione della provincia di Trento, tramite la propria società partecipata per l’energia, aveva trattative in corso dal 2007 con la società proponente Eva Energie Valsabbia con SWS engeneering (come si evince dai pubblici verbali consigliari delle società). Non solo, ma dal 2008 la Provincia Autonoma di Trento entrò nell’operazione con l’acquisizione di quote di capitale tramite la sua società partecipata (Dolomiti Energia). E ancora, in gran silenzio stava per essere votata una modifica ad hoc alla legge provinciale in materia di acque pubbliche ed opere idrauliche (l.p. 8 luglio 1976 art. 17 bis) che apriva le porte autorizzative alla nuova tipologia dell’impianto in questione con l’intenzione di inserirlo nella legge obiettivo che, perseguendo motivi di urgenza dettati dalla crisi economica, snellisce le procedure autorizzative per accelerare l’apertura dei cantieri ed agevolare la ripresa. Secondo tale modalità la autorizzazione del progetto Altissimo non sarebbe dovuta neanche passare dalla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)!
La società di ingegneria autrice e partecipe del progetto (SWS Engeneering - Il suo fondatore Paolo Mazzalai, già vice-presidente di Confindustria del Trentino è attualmente presidente di Trentino Sviluppo, il braccio finanziario della Provincia Autonoma di Trento) è partner privilegiata della Provincia di Trento in numerosi e recenti progetti di significativo impatto ambientale e consistente portata economica (TAV del Brennero etc.). Classica fusione italica dei soggetti imprenditori con i responsabili amministrativi.
Fu approntata in grande urgenza una interrogazione consigliare (i.c. n.242 - Giovanazzi) che portando finalmente alla luce tutto la questione diede seguito alla stesura di un Ordine del Giorno consigliare (n. 51- votato quasi alla unanimità) che obbligava ad un iter autorizzativo normale il progetto in questione.
A garanzia di verità di tutto quanto scritto si allega copia dei documenti ufficiali di cui siamo in possesso.
Non vi è alcuna speranza che la procedura VIA (valutazione impatto ambientale) possa fermare tale progetto poichè, come testimoniano gli esiti di tutte le recenti iniziative di speculazione sul territorio, essa risulta particolarmente asservita al volere dell’amministrazione provinciale.
Perchè si possa meglio comprendere, appena due anni fa ha ottenuto parere favorevole il progetto di realizzazione di un nuovo insediamento turistico ricettivo e residenziale proposto da un unico soggetto privato (Leali) in un sito alpino di interesse botanico internazionale a 1800 mt di quota in località Tremalzo.
Capiamo che l’unica possibile strada praticabile per contrastare tale scempio ambientale sia la immediata e capillare informazione della popolazione con la speranza che un calo di popolarità possa indurre i responsabili politici a riconsiderare la questione. Sono attivi diversi coordinamenti ambientalisti (Amici della Terra, WWF del Trentino, SAT società alpinistica tridentina, Codacons) ed altri in via di attivazione con la costituzione di un comitato locale di opposizione specifico SOS ALTISSIMO. Parallelamente c’è la presa di posizione (purtroppo ancora timida) da parte delle amministrazioni comunali interessate dal progetto (Riva del Garda, Nago Torbole, Brentonico).
Il progetto comporterà almeno cinque o sei anni di ingentissime opere di costruzione (o distruzione e inquinamento) per poi regalare permanenti gravi alterazioni degli aspetti bioclimatici dell’ambiente lacustre e montano, con maggiore impatto nelle zone a valle di presa e scarico e di quelle a monte di sfiato sommitale oltre alla certa alterazione dei regimi di falda dei pascoli montani e di scomparsa di numerose sorgenti.
Tutto questo con incerte prospettive temporali sull’utilizzo degli impianti per probabili e possibili mutazioni del regime legislativo ma ancora di più per la modifica delle tecnologie di produzione dell’energia e dei relativi cambiamenti dei costi (energia eolica, solare fotovoltaica, solare termica etc.) a fronte di un danno ambientale permanente e non sanabile. Di certo vi è solo l’utile immediato dei costruttori delle opere (i promotori delle iniziative).
Roberto Bombarda (presidente terza commissione permanente PAT) riferisce che il problema è molto grave godendo i promotori di grande appoggio dei vertici provinciali che tengono nella totale disinformazione il consiglio provinciale e che gli aspetti fondamentali per un efficace contrasto sono la chiara presa di posizione delle amministrazioni direttamente interessate e di quelle dei comune rivieraschi (Malcesine e Limone in primis) oltre alla libera iniziativa popolare, privata e di tutti i soggetti interessati alla tutela del patrimonio ambientale oltre alla incessante opera di chiara informazione attraverso la stampa locale, nazionale ed internazionale.
Abbiamo estremo bisogno di reperire valutazioni scientifiche autorevoli di natura geologica, biologica, climatologica, naturalistica, legale ed economica (anche dietro compenso) e presentabili a livello nazionale ed internazionale per procedere nell’urgente opera di informazione. Ogni altro suggerimento o consiglio è sicuramente apprezzato.
L’opera di progetto è di dimensione mastodontica, di interesse nazionale e non locale. Il Trentino non è un’isola felice. La bellezza della sua natura è svenduta al soldo di pochi, dalla nostra stessa amministrazione.

Un saluto cordiale,
Matteo Marega

20.4.09

Privatizzazione dell'acqua! Parliamone

Mercoledì 22 aprile ore 20.30 al Centro Sociale Bruno

Assemblea pubblica sull'acqua

E' notizia dell'altro giorno che la nostra provincia ha rinnovato fino al 2033 la concessione a Surgiva F.lli Lunelli spa, per sfruttare, ai fini di imbottigliarne l'acqua minerale naturale, la sorgente in quota «Prà dell'Era» in Val Rendena. Canone di concessione annuo attorno agli 8.500 euro a fronte di ricavi netti complessivi nel 2007 di 9.152.439,00 euro, ovvero 116 volte il canone di concessione. Crediamo che una così lampante prevaricazione dell'utilizzo di una pubblica risorsa in nome dello sfruttamento privato, meriti almeno una risposta da parte della società civile.
E' sorta dall'associazione TrentoAttiva la proposta - alla quale hanno aderito Officina Ambiente e le associazioni Yaku e Ya Basta - di un incontro allargato per approfondire l'argomento.
Ci troveremo, con altre associazioni e con chiunque voglia partecipare.

Fonte: l’Adige del 15.04.2009
Acqua Surgiva: Fonte d’oro a 8.400 euro l’anno

E’ il canone di concessione: utili 980 mila euro, 116 volte il canone


Quel che si dice un buon affare: la società Surgiva F.lli Lunelli spa, per sfruttare la sorgente in quota «Prà dell’Era», verserà alla Provincia 8.478,85 euro di canone annuo. In cambio, potrà continuare a imbottigliare l’acqua minerale naturale fino al 2033, secondo la nuova convenzione. E a realizzare ricavi milionari e ricchi utili. Oltre 980 mila euro nel bilancio 2007, 116 volte il canone di concessione. La società, però, verserà, a titolo di sponsorizzazione, 5 mila euro all’anno ad ogni Comune interessato (Pinzolo, Giustino e Carisolo), per eventi e manifestazioni col marchio Surgiva.

di Domenico Sartori

VAL RENDENA - Gestione oculata di una risorsa pubblica data in concessione: un business. Vero, garantito business. Surgiva F.lli Lunelli spa, per sfruttare, ai fini di imbottigliarne l’acqua minerale naturale, la sorgente in quota «Prà dell’Era» verserà nel 2009, nelle casse della Provincia, 8.478,85 euro. È il canone di concessione annuo, che la spa del Gruppo Lunelli pagherà entro il 31 gennaio di ogni anno, fino al 25 aprile 2033.
Un canone, rapportato a ricavi ed utile netto della spa, oggettivamente modesto. Il bilancio di esercizio 2007 (l’ultimo a disposizione) registra ricavi complessivi per 9.152.439,00 euro e un utile netto di 983.148,00 euro, 116 volte il canone di concessione. La buona notizia, per Surgiva, è che nei giorni scorsi il Servizio minerario della Provincia, acquisiti i pareri del caso, ha rinnovato in sanatoria, con modifica dell’area, la concessione per 25 anni, dall’aprile 2008 all’aprile 2033, appunto.
L’area di concessione è ora più grande, estesa su 249,30 ettari, ricadente nel territorio dei Comuni di Carisolo, Pinzolo e Giustino. La richiesta di rinnovo della concessione è del gennaio 2008, ma la sua accoglienza è stata rinviata perché tra Surgiva e i tre Comuni interessati è stata nel frattempo definita e sottoscritta una convenzione sulla somministrazione dell’acqua potabile.
La convenzione è «figlia» delle vicende dell’estate 2007, quando in piena stagione turistica Pinzolo e Carisolo rimediarono un’autentica figuraccia. Piogge intense e sorgente «Tristin» in tilt. Risultato: ai piedi dell’Adamello e della Presanella, nel regno delle acque chiare, fresche e buone, i rubinetti dei residenti e degli ospiti sputarono acqua marrone, limacciosa e impura. Furono giorni di ordinanze, divieti, assalti alla minerale in bottiglia sugli scaffali dei supermercati.
Il commissario ad acta, Giorgio Paolino, per affrontare l’emergenza, autorevolmente fece ricorso anche alla sorgente della fonte Prà dell’Era della Surgiva, per alimentare l’acquedotto di Pinzolo. La questione, allora come oggi, è la seguente: quanto e come sacrificare la produzione di minerale, e quindi i profitti della spa Surgiva, in caso di emergenza acqua potabile?
La convenzione tra Comuni e Surgiva, al cui rispetto è stato subordinato il rilascio della concessione fino al 2033, dà una risposta che salvaguardia appieno il business. Recita l’articolo 1 della convenzione: «Qualora gli acquedotti comunali non fossero in grado di soddisfare la richiesta di acqua ad uso potabile dei rispettivi territori, Surgiva s’impegna a mettere a disposizione dei Comuni di Pinzolo e di Carisolo, dietro specifica richiesta degli stessi ed al solo uso potabile, la quantità d’acqua proveniente dalla sorgente "Prà dell’Era", eccedente il fabbisogno industriale di Surgiva.
I Comuni di Pinzolo danno atto che Surgiva spa non può prestabilire i quantitativi idrici a disposizione dei comuni interessati in quanto dipendenti da fattori climatici, escursioni stagionali, potenzialità di stabilimento e richiesta del mercato». In concreto, Surgiva, a richiesta, fornirà solo l’eccedenza idrica. Non una bottiglia sarà sacrificata.
L’acqua oggetto di concessione sarà messa a disposizione solo «in caso di gravi calamità (incendi o altro)». In cambio, la spa verserà, a titolo di sponsorizzazione, 5 mila euro all’anno ad ogni Comune, a titolo di sponsorizzazione di eventi e manifestazioni che garantiranno «un’adeguata visibilità al marchio Surgiva». In più, i Comuni si rendono disponibili ad istituire «un’area di rispetto a tutela delle sorgenti, in particolare vietando il pascolo e lo stazzo di bestiame, all’interno dell’area di concessione mineraria a monte delle sorgenti».
Da parte sua, la Provincia, che incamera le briciole del business, non ha posto vincolo alcuno, se non che siano fatti salvi i diritti di terzi per le concessioni di derivazione di acqua pubblica esistenti all’interno dell’area di concessione. Il sindaco di Pinzolo, il commercialista William Bonomi, quando in consiglio comunale è stata approvata la convenzione, non ha partecipato al voto, essendo membro del collegio sindacale di Surgiva spa.