27.5.10

Il Nettuno privatizzato? Il Trentino lo vuole pubblico


Oggi, 27 maggio, alle ore 15.30 la fontana del Nettuno in Piazza del Duomo a Trento, è stata addobbata di colorati palloncini blu, ed ingabbiata in ragnatele di nastro da lavori in corso, con la scritta “privatizzazione in corso”. Ad organizzare la piccola performance, il Comitato Promotore per il referendum per l’acqua pubblica in Trentino, che incontrando la cittadinanza e la stampa locale, ha annunciato il raggiungimento di quota 6500 firme dal 25 aprile ad oggi. Mentre il referendum per l’acqua pubblica a livello nazionale ha superato le 680.000 firme, segno di una straordinaria manifestazione di volontà, coscienza civile, capacità autorganizzativa della popolazione italiana che con forza dice no alla privatizzazione selvaggia promossa dal governo Berlusconi.

Dal 25 aprile su tutto il territorio nazionale è in corso una grande campagna referendaria promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua, una piattaforma orizzontale di movimenti sociali, sindacali, cittadini ed associazionistici, che spontaneamente si è costituito per opporsi alla privatizzazione delle risorse idriche in Italia. E’ la campagna “L’acqua non si vende”, che propone la sottoscrizione di tre quesiti referendari, contro la privatizzazione dell’acqua, per tariffe eque e trasparenti, per aziende speciali che permettano la gestione idrica con un reale controllo sociale.

Anche il Trentino ha deciso di dire no al cosiddetto decreto Ronchi, che dal 19 novembre scorso ha legiferato per una graduale privatizzazione delle gestioni idriche che da qui al 2013 relegheranno le quote in mano all’ente pubblico al 40% e al 30% entro il dicembre 2015.

Perché il Trentino, terra di montagne e ricca di acque, è sensibile verso le tematiche della difesa dei beni comuni e del patrimonio ambientale e in questa battaglia vuole prendere una posizione netta, senza se e senza ma.

Perché anche in Trentino è in corso una silenziosa privatizzazione dell’acqua che presenta caratteristiche simili al panorama nazionale e che vuole ridurre l’acqua una merce quotata in borsa e dipendente dalle fluttuazioni del mercato.

La consapevolezza che in Trentino la privatizzazione dei servizi idrici è andata sostanzialmente di pari passo con quella nazionale si sta diffondendo.
Prima con la legge regionale n. 1/1993 che ha ammesso l’affidamento dei servizi idrici a imprese private oppure a SpA con il socio ente locale in posizione di “influenza dominante” (la quale, come è noto, non garantisce nessun vero controllo pubblico all’interno di un soggetto di natura privata tenuto a conseguire profitti di mercato).
Poi con la legge provinciale n. 6/2004 che - pur non essendo stata applicata per mancanza di regolamento attuativo - ha introdotto la possibilità teorica di affidamento a SpA a capitale misto pubblico-privato senza neppure lasciare al primo la “influenza dominante”.
In seguito con la legge provinciale n. 3/2006 (la riforma delle autonomie locali) che impone la gestione dei servizi idrici in forma associata attraverso le Comunità di valle ma non fa nulla per salvaguardare le gestioni dirette comunali, magari nella forma (ancora praticabile in Trentino) dell’azienda speciale consortile territoriale.
E oggi con la concreta possibilità che anche nella Provincia di Trento si applichino direttamente le norme statali di privatizzazione violenta del 2008/2009 (contro cui si rivolge uno dei quesiti referendari) con l’effetto di accelerare ancora la deriva verso la mercificazione del bene comune acqua.
In effetti, i segnali che la Provincia di Trento ha mandato negli ultimi mesi sono esplici: mentre molti Comuni trentini hanno aderito all’invito di inserire nel proprio statuto che il servizio idrico è un servizio pubblico senza rilevanza economica e dunque sottratto alle regole del mercato, la PAT stranamente non si è aggiunta alle 5 Regioni Italiane che hanno impugnato le ultime norme statali davanti alla Corte Costituzionale; mentre in un o.d.g del 17.12.2009 il Consiglio Provinciale ha avallato appoggia l’intenzione di Dolomiti Energia di entrare in borsa.

Contro questa strategia che riduce a merce la nostra acqua, il referendum abrogativo delle norme nazionali sui servizi idrici è un passaggio fondamentale ma non è l’unico obiettivo.

Dal 25 aprile la campagna “L’acqua non si vende”, al pari del trend nazionale che svetta già verso quota 700.000 firme, ha visto anche nel nostro territorio una partecipazione entusiasta della gente, dalle città ai paesi. Sono decine i comitati spontanei che si sono formati in ogni zona della provincia – l’ultimo nato, il Comitato Acqua Bene Comune delle Giudicarie e Rendena - ed altrettanti i banchetti per la raccolta firme che hanno raggiunto, ben prima del termine 6500 firme in poche settimane. Con ancora un mese davanti, il Comitato Pormotore del referendum che riunisce cittadini, associazioni, partiti politici e sindacati, punta almeno a quota 8000!

La raccolta firme, che sta inondando vicoli e strade, feste e manifestazioni, si sta dimostrando un valido laboratorio politico e di diffusione di conoscenze. La gente viene ai banchetti per firmare, è informata, fa la fila con pazienza, chiacchera, s’impegna, si conosce.

Vogliamo costruire un’iniziativa continua che in Provincia chiami tutti a lottare perché Comuni e Comunità di Valle dichiarino il ciclo dell’acqua servizio di interesse collettivo fondamentale, privo di interesse economico ed estraneo alle regole del mercato.

Sosteniamo gli enti locali che resistono alla privatizzazione.

COMITATO PROMOTORE REFERENDUM ACQUA PUBBLICA del TRENTINO

Giovedì 27 maggio: Conferenza stampa in piazza Duomo


Giovedì prossimo, 27 maggio, alle ore 15.30 sotto il Nettuno in Piazza del Duomo a Trento, le forze sociali che in Trentino promuovono la campagna referendaria nazionale “L’acqua non si vende” terranno una conferenza stampa congiunta.

Il referendum per l’acqua pubblica sta dimostrando anche nella nostra provincia, una grande sensibilità ed una profonda attenzione verso le tematiche dei beni comuni e verso la volontà senza se e senza ma dell’acqua diritto di tutti. A quota 6500 firme, il Trentino veste una delle maglie rosa del giro d’Italia per l’acqua pubblica!

“Una campagna referendaria diversa, con un approccio nuovo e finalità che vanno oltre l’obbiettivo vittoria elettorale”. Così le forze sociali e politiche che in Trentino stanno partecipando alla campagna “L’acqua non si vende”, la raccolta di firme per il referendum per l’acqua pubblica, che lanciata il 25 aprile scorso a livello nazionale dal Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua, sta registrando un risultato sopra ogni aspettativa: già raggiunte e superate le 500.000 firme, si vola verso il milione.

Anche in Trentino le adesioni sono state entusiaste, segno di una forte sensibilità verso le tematiche: superate le 4300 firme in poche settimane, con un obbiettivo iniziale di 6000 per fine campagna (fissata per metà giugno nella nostra provincia, inizio luglio a livello nazionale).

Dal 25 aprile, i tanti banchetti presenti nelle principali città e nei paesi, ma anche in concerti, sagre ed incontri pubblici, regalano sempre la stessa immagine: lunghe file di cittadini interessati ed informati che attendono con pazienza di poter firmare i tre quesiti che vogliono abrogare sia la legge approvata dall’attuale governo nel novembre 2009 – il cosiddetto Decreto Ronchi - sia le norme che sullo stesso stampo furono approvate dai governi precedenti, che parimenti avevano aperto la via per la definitiva consacrazione dell’acqua come merce e per la sua gestione finalizzata a produrre profitti.

Ecco perchè la piattaforma trentina che riunisce le realtà impegnate in prima linea in quella che ormai viene considerata una vera e propria battaglia di civiltà, invita i media trentini a partecipare alla conferenza stampa che si terrà giovedì prossimo 27 maggio alle 15.30, simbolicamente presso la fontana del Nettuno, in Piazza del Duomo. Per informare dei prossimi eventi previsti, per condividere le analisi e le proposte sul sistema acque trentino e sulla sua gestione.

“La raccolta firme verso il referendum è per tutti noi molto di più: è un laboratorio politico che cerca l’organizzazione, il confronto, l’informazione e l’elaborazione, sperimenta nuove forme di partecipazione e democrazia, laddove la politica istituzionale ha lasciato i vuoti più pesanti”, è stato detto nell’ultima riunione, che ha visto la partecipazione di sigle sindacali, ambientaliste, partiti, associazioni e singoli cittadini.
In Italia sono state intanto superate le 500.000 firme, dimostrando che la battaglia per l’acqua pubblica sta andando oltre i suoi stessi confini e sta agglomerando le istanze e gli entusiasmi di molte persone che accanto all’acqua sognano di costruire una sistema di vita migliore.

Comitato promotore referendum

22.5.10

Martedì 25 maggio: Assemblea per i promotori trentini del referendum


A tutte le forze politiche, sociali, associative,
ai singoli cittadini impegnati nella raccolta firme.

Il Comitato ABC Trento vi invita, martedì 25 maggio alle ore 20.30 presso il Centro sociale Bruno, ad un incontro aperto e costruttivo per rilanciare l'ultima fase della campagna confrontandoci sulle idee che sono emerse, ovvero:

- la possibilità di fare una conferenza stampa "diversa", il prossimo giovedì 27 maggio nel pomeriggio, ad esempio sotto il Nettuno a Trento, per informare sulla situazione referendum in provincia;

- la possibilità di coordinarci per aderire all'appuntamento nazionale del fine settimana del 12/13 giugno prossimo come giornata di banchetti in ogni angolo del territorio;

- l'utilizzo del nuovo strumento del blog per informazioni e appuntamenti condivisi dalla rete referendaria;

- comunicazione e organizzazione delle prossime serate informative e di raccolta firme in varie zone del Trentino.

19.5.10

Venerdì 21 maggio ore 20.30: "L'acqua dono"

Vi segnaliamo la serata di venerdì 21 maggio a Trento nella quale saranno raccolte le firme per il referendum contro la privatizzazione dell'acqua

"L'acqua dono" - L'acqua bene comune
E' giusto privatizzare?

ore 20.30 presso la Sala di rappresentanza della Regione - Piazza Dante, Trento

a cura di Salvatore Peri (Responsabile Centro Evangelico Ecumenico)

con:
Vittorio Cristelli (Cristianesimo Cattolico)
Andrea Decarli (Cristianesimo Cattolico)
Marco Cannizzaro (Cristianesimo della Riforma)
Ioan Catalin Lupastean (Cristianesimo ortodosso)

e intervento sui quesiti referendari di Francesca Caprini del Comitato Acqua Bene Comune Trento