13.11.08

Può un movimento per l’acqua non riconoscersi nell’Onda?

Siamo donne e uomini da sempre impegnati nei nostri territori e a livello nazionale e internazionale per il riconoscimento dell’acqua come bene comune e diritto umano universale, da sottrarre al mercato e al profitto e da restituire alla gestione partecipativa delle comunità locali.
Insieme abbiamo prodotto e animato decine di conflitti territoriali contro la privatizzazione dell’acqua e per la difesa dei beni comuni.

Insieme abbiamo costituito, nel marzo 2006, il Forum italiano dei movimenti per l’acqua, una rete che raccoglie più di settanta associazioni ed organizzazioni e più di trecento comitati territoriali.
Insieme abbiamo raccolto più di 400.000 firme a sostegno di una proposta di legge di iniziativa popolare per la tutela, il governo e la gestione pubblica dell’acqua.
Insieme abbiamo costruito, il 1 dicembre 2008, la prima manifestazione nazionale per la ripubblicizzazione dell’acqua e per la difesa dei beni comuni, che ha visto più di 40.000 persone sfilare per le strade di Roma.
Vi abbiamo visto inondare le città e le piazze di questo paese chiedendo a gran voce la difesa della scuola pubblica, il diritto all’istruzione, alla conoscenza e al futuro, lottando contro la mercificazione del sapere e della formazione, la precarizzazione della conoscenza e della vita, lo svilimento della scuola primaria, la privatizzazione dell’università.
Vi abbiamo sentito urlare con rabbia ed allegria : “Noi la vostra crisi non la paghiamo” riprendendovi gli spazi delle scuole e delle università e facendole diventare nuove agorà di socialità, conoscenza e incontro fra i movimenti e le lotte di chi vuole cambiare le politiche di questo paese e di chi vuole praticare un altro mondo possibile.
Questo mondo è oggi attraversato dalla più importante crisi economica e finanziaria che la storia ricordi, mentre si è approfondita la crisi alimentare globale e si è definitivamente appalesata la crisi ecologica e resi evidenti i primi effetti permanenti dei cambiamenti climatici planetari.
Un modello di ordine mondiale, fondato sul pensiero unico del mercato, sull’accaparramento predatorio delle risorse naturali, sulla mercificazione dei beni comuni e la loro consegna ai grandi capitali finanziari, sullo svuotamento della democrazia e della partecipazione popolare sta dimostrando il proprio completo fallimento.
Il “crack” globale dell’economia finanziaria rappresenta l’esito di trenta anni di politiche liberiste, basate sull’assioma “privato è bello”, sulla deregolamentazione del lavoro, sulla privatizzazione dei servizi pubblici, sulla espropriazione dei diritti sociali.
Oggi sono i grandi poteri bancari e finanziari ad invocare l’intervento pubblico e il sostegno statale.
Oggi sono i più sfrontati liberisti a dichiarare il fallimento del mercato.
Lo scopo è chiaro: ottenere un nuovo travaso di risorse dalle collettività ai poteri forti per rilanciare i flussi finanziari mondiali e riprendere l’espropriazione di risorse.
Così si chiedono sostegni pubblici alle banche, mentre si approvano normative –come l’art. 23 bis della Legge n. 133/08- che perseguono la definitiva messa sul mercato dei servizi pubblici locali, a partire dall’acqua e dal servizio idrico integrato.
Così si approvano normative per il drastico taglio dei fondi alle scuole di ogni ordine e grado, si inasprisce la precarietà e si attaccano i diritti del lavoro, si militarizzano gli spazi della democrazia e del conflitto sociale.
“Noi la vostra crisi non la paghiamo” avete detto voi per primi, inondando le strade di questo paese e riaffermando un protagonismo diretto, senza deleghe alcune né qualsivoglia rappresentanze.
“Noi la vostra crisi non la paghiamo” diciamo anche noi, reclamando la fine delle politiche liberiste di privatizzazione e ponendo al centro della nostra iniziativa la riappropriazione sociale dell’acqua e dei beni comuni, la loro cura e conservazione per le generazioni future, la loro gestione partecipata dai cittadini, dai lavoratori e dalle comunità locali, come motore di una ricostruzione dei legami sociali, di una riaffermazione dei diritti collettivi, della riproduzione di un’appartenenza sociale aperta e condivisa.
In una parola, di una nuova democrazia e di un altro mondo possibile.

Senza acqua non c’è diritto alla vita.
Senza saperi, formazione e conoscenze c’è solo dominazione del più forte.
Senza spazio pubblico non c’è partecipazione né democrazia.

Per questo ci riconosciamo nella vostra lotta e salutiamo la vostra assemblea nazionale, confermando la nostra piena solidarietà alle vostre mobilitazioni e proponendovi intrecci fra le nostre reciproche esperienze.
Intrecci che possono essere resi ancora più forti e solidi, partendo dalla consapevolezza -che poi è anche la cifra del nostro percorso- di come unità, radicalità, autonomia e inclusione delle differenze costituiscano il carattere fondante dei movimenti sociali.
Il 22-23 novembre prossimi, il movimento per l’acqua terrà ad Aprilia il suo secondo Forum nazionale, per fare il punto delle mobilitazioni attivate e per rilanciare con ancora più forza le ragioni della riappropriazione sociale dell’acqua e della difesa dei beni comuni.
Ci piacerebbe che fra gli interventi di apertura, sabato 22 mattina, ci fosse anche un contributo di una/uno studente che racconti al popolo dell’acqua pubblica l’esperienza del popolo della scuola pubblica.
Ci piacerebbe che, nell’autonomia dei reciproci percorsi, si potessero innescare importanti connessioni, promuovendo iniziative comuni dentro e fuori le Università che facciano incontrare le nostre battaglie per i beni comuni.

Ci piacerebbe ascoltarvi e raccontarvi qualcosa di noi.

Con curiosità, fiducia e determinazione.

Dobbiamo solo cambiare il mondo.

Un caro abbraccio a tutte e tutti.

Forum italiano dei movimenti per l’acqua
www.acquabenecomune.org

2.6.08

Le lotte in difesa dell’acqua in Sud America

I movimenti sociali della Bolivia e dell’Uruguay raccontano l’esperienza della lotta per difendere il bene più prezioso

Lunedì 2 giugno 2008 ore 20.30
Associazione Ya Basta Trento e Associazione Yaku - Italia presentano
al Centro sociale Bruno, via Dogana n.1

Le lotte in difesa dell’acqua in Sud America

I movimenti sociali della Bolivia e dell’Uruguay raccontano l’esperienza della lotta per difendere il bene più prezioso

Interverranno:
Claudia Lopez - Coordinadora del Agua y la Vida di Cochabamba
Adriana Marquisio - Sindacalista dell’Uruguay, fondatrice e referente per la Red Vida
Francesca Caprini - Associazione Yaku
Francesca Stanca - Associazione Ya Basta

A seguire proiezione del video:

"Bolivia Spaccata" - gennaio 2007: giornate di guerra Civile a Cochabamba.
I diritti indigeni e la violenza razzista.

Un documento esclusivo prodotto da Chajra Runaj Masis e collettivo video Ukhumanta Pacha, in collaborazione con Yaku "Il difficile cammino democratico della Bolivia raccontato attraverso le testimonianze raccolte da un collettivo di giornalisti e videomakers indipendenti boliviani. Nel gennaio del 2007 a Cochabamba migliaia di contadini e lavoratori indigeni da giorni manifestavano pacificamente contro la prefettura e per l’unità del Paese. Furono selvaggiamente aggrediti da gruppi armati dell’estrema destra indipendentista al grido di "morte agli indios". Per giorni la città venne messa a ferro e fuoco e fu dichiarato lo stato d’emergenza. Alla luce anche delle recenti evoluzioni politiche della Bolivia - la dichiarazione d’indipendenza del dipartimento di Santa Cruz, il referendum revocatorio cui si sottoporrà Evo Morales il prossimo 10 agosto - l’attualità di un documento video che racconta di razzismo sempre più violento in un paese latinoamericano in lotta per la democrazia e l’autoaffermazione"

Vedi la locandina della serata

Dalla Bolivia Claudia Lopez a fianco di Oscar Olivera e ai movimenti indigeni e le forze sociali di Cochabamba riunite nel 2000 nella Coordinadora en defensa del agua y la vida, hanno dato il primo scossone ai processi di privatizzazione che hanno iniziato nel mondo a invadere la sfera dei Beni Comuni. Due mesi di blocchi stradali, il prezzo tragico di un giovane ventenne ucciso dai militari di Gonzalo Sanchez de Lozada. Poi la protesta cresce e la Bechtel rinuncia. "L’Acqua è di nuovo nostra!", gridano nelle piazze.
La vittoria dei guerrieri dell’acqua di Cochabamba è diventato il punto di riferimento planetario per la difesa dell’acqua e la rinascita della democrazia dal basso.

Adriana Marquisio è il simbolo internazionale dell’Ottobre Azzuro. “Desde abajo se puede”, dal basso si possono cambiare le cose. I movimenti e le organizzazioni sociali uruguaiane hanno dimostrato che la mobilitazione e la consapevolezza di tante persone possono cambiare le cose. La partecipazione può aprire ancora squarci di democrazia. Anche percorrendo le logore vie istituzionali di una democrazia rappresentativa che rappresenta sempre meno la gente. La legge di iniziativa popolare “acqua bene comune” promossa dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua percorre canali simili e spinge nella stessa direzione: il riconoscimento da parte del parlamento che l’acqua deve tornare ad essere di tutti e di nessuno.

Durante la serata verrà presentato il progetto dell’Associazione Ya Basta Trento "Lluvia es Vida" in fase di realizzazione nella comunità zapatista de La Realidad (Chiapas, Messico), grazie anche al contributo della Provincia Autonoma di Trento.

Info:

Associazione Ya Basta
Associazione Yaku - Italia